Anche Pignataro Maggiore è stato “benedetto” con il calcestruzzo dei Casalesi. Sull’ex mercato coperto la colata di cemento by Cls di Nicola Palladino.

Soltanto la schiera di fiancheggiatori, collusi e omertosi, che affolla i social network e piazza Umberto I, poteva negare la presenza pervasiva della camorra a Pignataro Maggiore. Così, giusto a smentire gli interessati opinionisti, è arrivata l’ennesimo procedimento di camorra che, seppur incentrato su fatti che si sono svolti nell’Agro Aversano, coinvolge nomi e volti molto conosciuti, capi e personaggi di spicco dei potentati politico-mafiosi che agiscono anche nell’Agro Caleno. Dell’inchiesta denominata il “Principe e la (scheda) ballerina”, condotta dai pm della Direzione distrettuale antimafia di Napoli, Antonello Ardituro, Francesco Curcio e Henry John Woodcock, il protagonista assoluto è Nicola Cosentino, uno che a Pignataro Maggiore è di casa.

L’ex sottosegretario all’economia, compagno dell’ex sindaco Giorgio cosentino-landolfi.JPGMagliocca nel Pdl e nel dorato bivacco del Ce 4, l’11 giugno 2007 a Palazzo Scorpio, fu il protagonista di una dura conferenza stampa (insieme con Mario Landolfi, Gennaro Coronella e Angelo Consoli) di attacco nei confronti di alcuni giornalisti locali, colpevoli di aver parlato delle collusioni della politica locale con la camorra.

Nel ridente “paese della musica” (attenzione a chiamarlo “Svizzera dei clan”, qualche servo sciocco potrebbe prendersela a male), però, la pesante presenza della camorra casalese è diventata visibile con il calcestruzzo di uno degli imprenditori che, come riportato nel comunicato firmato dal procuratore aggiunto Federico Cafiero de Raho, ricopriva “stabilmente un ruolo di riferimento per l’organizzazione camorristica nel settore strategico della produzione e della vendita del calcestruzzo, mettendo a disposizione del clan i propri impianti di produzione del calcestruzzo e le proprie strutture societarie con la partecipazione agli utili dell’attività commerciale, al fine di ottenere in cambio dal sodalizio mafioso l’imposizione sui cantieri controllati delle forniture di calcestruzzo prodotto dalle proprie imprese”. Si tratta di Nicola Palladino, titolare della Cls srl, arrestato insieme ad altre 57 persone.

Secondo il Gip Egle Pilla (il giudice per l’indagine preliminare che ha firmato cls pignataro.JPGl’ordinanza di custodia cautelare): “Nicola Palladino, lungi dall’essere un imprenditore-vittima, aveva stretto un “patto” con il sodalizio casalese in base al quale, a fronte di una partecipazione agli utili dell’organizzazione, otteneva, non solo e non tanto protezione, ma soprattutto agevolazioni in termini di penetrazione sul mercato”. In pratica l’azienda del Palladino, utilizzando come testa di ariete il sodalizio casalese e la sua forza d’intimidazione, otteneva una sorta di monopolio, o comunque di posizione dominante nel mercato del calcestruzzo non solo nell’area geografica in cui aveva sede, ma anche nel resto della provincia casertana. La stessa posizione dominante che gli ha permesso di lavorare anche a Pignataro, dove, per recuperare l’ex mercato coperto e trasformarlo in centro polifunzionale, la ditta A.G.G. Costruzioni s.r.l. di Orta di Atella – che si è era aggiudicata l’appalto da più un miliardo e mezzo di vecchie lire – ha chiesto i servigi della Cls e del suo “protettissimo” responsabile, Palladino.  

Anche Pignataro Maggiore è stato “benedetto” con il calcestruzzo dei Casalesi. Sull’ex mercato coperto la colata di cemento by Cls di Nicola Palladino.ultima modifica: 2011-12-07T01:49:00+01:00da davidema2
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