Massoneria deviata: i rapporti della lobby di Cervinara con il partito della “munnezza” e le coincidenze con la politica pignatarese – parte terza.

I punti di contatto tra la lobby di Cervinara e il partito della “munnezza”, in uno scenario fatto di tante coincidenze, sembrano venir fuori in due maxi – affari: quello della centrale a turbogas di Sparanise e quello della centrale a biomasse cosiddette “vergini” di Pignataro Maggiore – quest’ultima mai entrata in funzione perché bloccata dal sequestro preventivo della magistratura nell’ambito dell’inchiesta “Biopower”.

L’ecomostro sparanisano sembra l’esempio più eclatante di quel consociativismo tra le parti politiche che si cementa con l’emergenza rifiuti e si allarga a macchia d’olio con i grandi business legati alle energie alternative. Ovviamente, uno dei deus ex machina nicola cosentino,mario landolfi,giuseppe ragucci,giorgio magliocca,piergiorgio mazzuoccolo,giovanni cosentino,karl keller,alfonso gallo,immacolata gallo,alfonso papa,john woodcock,francesco curcio,alessandro milita,giancarlo capaldo,giovanni russo,elena stasi,giovanni papadimitra,francesco tommasiello,antonio bassolino,michele zagaria,salvatore della corte,enrico reccia,francesco gallonon poteva che essere l’ex sottosegretario all’Economia, Nicola Cosentino, che sul finire degli anni ’90 presentò un’interrogazione parlamentare sulla presunta presenza di amianto sui terreni industriali dell’ex Pozzi, costringendo i proprietari di quei fondi – la Fondiaria Sai della famiglia Ligresti – a vendere il tutto a strettissimo giro. Quei terreni vennero acquistati dalla Scr (una società con capitali campani schermata da una fiduciaria) per 2,2 milioni di euro. Giusto per fugare qualsiasi dubbio sui registi dell’operazione, la Scr vendette subito una parte di quei terreni all’Immobiliare 6C dei Cosentino al prezzo di costo (310 milioni di lire) e nel 2008, quando l’anonima società entrò in affari con Hera ed Egl, la Scr si fece rappresentare nel consiglio di Hera Comm Med da Giovanni Cosentino, il fratello di Nicola e cognato del boss Giovanni Russo (parentela che gli fa perdere la certificazione antimafia nel ’97, riassegnata soltanto anni dopo dal deputato del Pdl ed ex prefetto di Caserta, Elena Stasi). I due elementi confermerebbero l’interesse diretto della famiglia del parlamentare. Per portare a casa il maxi business, però, i Cosentino non potevano fare tutto da soli e allora dovettero per forza di cose chiedere l’aiuto degli “avversari”.

Nel 2001 la municipalizzata “rossa” di Imola, Ami, compra a un prezzo molto più elevato i terreni della Scr, con la condizione che le autorità permetteranno di realizzare una centrale a turbogas su quell’area. Anche nell’Agro Caleno, dove le battaglie ambientaliste sono state quasi tutte vinte, gli imprenditori interessati riescono a spuntarla, chiedendo aiuto a politici e non. Si comincia dal Comune di Sparanise, dove la maggioranza consiliare che sostiene il sindaco cosentiniano Antonio Merola (diventato poi presidente dell’Eco4 dei fratelli Orsi, in sinergia con il direttore Giovanni Papadimitra, fratello del sindacalista ed ex esponente di Prc-Se), con soli tre voti contrari divide l’area Pip in due parti e destina quella dei Cosentino agli insediamenti industriali. Nel 2002 l’Ami chiede le autorizzazioni per la costruzione della centrale a turbogas, ma cominciano le proteste dei comitati civici ambientalisti (nei quali in prima fila si schiera il defunto vescovo della diocesi Teano-Calvi, monsignor Francesco Tommasiello). Nel 2004, però, la Regione guidata da Antonio Bassolino corre in soccorso dei Cosentino e autorizza la costruzione. A quel punto i terreni e le autorizzazioni vengono vendute alla Calenia Energia spa, una società formata dal gruppo svizzero Egl e dal colosso creato dalle cooperative rosse, Hera.

In questo vorticoso passaggio da una società all’altra, naturalmente nicola cosentino,mario landolfi,giuseppe ragucci,giorgio magliocca,piergiorgio mazzuoccolo,giovanni cosentino,karl keller,alfonso gallo,immacolata gallo,alfonso papa,john woodcock,francesco curcio,alessandro milita,giancarlo capaldo,giovanni russo,elena stasi,giovanni papadimitra,francesco tommasiello,antonio bassolino,michele zagaria,salvatore della corte,enrico reccia,francesco gallola Scr passa all’incasso, guadagnando 9,3 milioni di euro, più 1,2 per il diritto dei suoli e la partecipazione alla società Hera comm mediterranea, la quale ha la stessa sede dell’Aversana Petroli dei Cosentino. Giusto per non farsi mancare niente, con Giovanni Cosentino che rappresenta la Scr, in Hera comm entra anche Enrico Reccia, ex socio in Europa 2001 di Salvatore Della Corte – condannato a 2 anni e 4 mesi per la collaborazione con gli Zagaria negli affari al nord. Il Do ut des con il centrosinistra si concretizza con la costruzione della centrale. I lavori, infatti, sono affidati alla General Construction di Alfonso Gallo (anche se i titolari sono i fratelli Francesco e Immacolata Gallo), imprenditore vicino ai bassoliniani e all’onorevole Alfonso Papa (uno dei principali indagati nell’inchiesta P4, finito in carcere da qualche settimana), ha fatto la sua fortuna con il rifacimento dei Regi Lagni.

Anche in questo caso il partito della “munnezza” (diremmo “rinnovabile” in questo caso) potrebbe non essere solo. Alcuni elementi fanno pensare che anche in questo business P3 e P4 hanno avuto qualche ruolo. Secondo il pm di Roma Giancarlo Capaldo, infatti, la P3 è un’associazione segreta che da un lato funziona come una lobby prezzolata dagli imprenditori romagnoli dell’energia e dall’altro un vero e proprio braccio occulto degli affari sporchi nel settore giudiziario che interessano uomini del Pdl. Nell’affaire della centrale di Sparanise ci sono sia gli imprenditori romagnoli “rossi” (il gruppo Hera) e sia gli uomini del Pdl. Una coincidenza? Questo non è dato saperlo, ma c’è di più. Sulla vendita dei terreni dei Cosentino a Sparanise, stanno indagando nell’ambito dell’inchiesta sulla P4, i pm Woodcock e Curcio.

I due sostituti procuratori napoletani hanno sentito lo svizzero Karl Keller, ex amministratore della Calenia Energia, il quale ha spiegato ai magistrati: “Inizialmente era prevista l’acquisizione di un’area più piccola. (…). Dovevamo acquistare soltanto 100 o 120 mila metri quadri (…)di proprietà della S.C.R., società sostanzialmente controllata dalla famiglia Cosentino. Ho avuto a che fare con Giovanni Cosentino. In effetti, il prezzo iniziale doveva essere pari a circa 60-70 euro al metro quadro, quindi calcolavamo un esborso di 6-7 milioni di euro. (….) Poi le cose cambiarono. Mi era noto che Giovanni Cosentino fosse fratello di Nicola Cosentino, politico della zona di importanza nazionale con incarichi governativi. (…). A questo punto per noi di E.G.L. spendere 450 milioni o 454 milioni di euro, era quasi lo stesso”. Keller, però, viene smentito proprio da Alfonso Gallo che, sentito dai pm partenopei per i suoi rapporti con Alfonso Papa, ha detto: “Keller era molto preoccupato per la piega che le cose stavano prendendo. Mi disse che lui e la sua società si sentivano con le spalle al muro”.

L’altro maxi-affare al sapore di biomasse, invece, è stato nicola cosentino,mario landolfi,giuseppe ragucci,giorgio magliocca,piergiorgio mazzuoccolo,giovanni cosentino,karl keller,alfonso gallo,immacolata gallo,alfonso papa,john woodcock,francesco curcio,alessandro milita,giancarlo capaldo,giovanni russo,elena stasi,giovanni papadimitra,francesco tommasiello,antonio bassolino,michele zagaria,salvatore della corte,enrico reccia,francesco gallobloccato in partenza. La centrale a biomasse, infatti, più che finire sulle prime pagine dei giornali per l’inciucio tra centrodestra e centrosinistra, è diventata famosa per aver prodotto più “mazzette” che energia. L’inchiesta che nel 2009 ha portato all’emissione di misure cautelari per 23 persone (furono perquisiti anche gli uffici dell’ex assessore regionale Andrea Cozzolino), ha evidenziato l’ennesima strana sinergia tra le fazioni “diversamente concordi”. Da una parte i rappresentanti istituzionali di Regione e Provincia di Caserta (tutti di centrosinistra: una guidata da Antonio Bassolino e l’altra da Sandro De Franciscis) e dall’altra l’amministrazione comunale dell’ex sindaco di Giorgio Magliocca (di centrodestra, molto vicina a Landolfi e a Cosentino), stavano favorendo una truffa ordita – secondo quanto rivelato dal pm Giordano – dagli imprenditori laziali Bracciali e Tombolillo, e dai Verazzo. Diversamente dal caso “Sparanise”, però, qui la Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere è intervenuta tempestivamente e oggi i responsabili di quel giro di corruttele rischiano condanne e rinvii a giudizio. Tra questi c’è un funzionario del Settore Attività produttive della Regione Campania accusato di corruzione per un atto contrario ai doveri d’ufficio (art. 319 c.p.). Si tratta di Giuseppe Ragucci, il quale insieme all’ex sindaco Magliocca e a Piergiorgio Mazzuoccolo ha chiesto il rito abbreviato. Fin qui nulla di strano. La coincidenza sta nella carta di identità di Ragucci: nato e residente a Cervinara nell’avellinese, dove dal 12 aprile 2010 – a meno che non vi sia un’altra persona con lo stesso nome e nato lo stesso giorno – occupa la carica di vicesindaco. Insomma, l’ennesimo “incrocio strano” che fa ipotizzare la presenza di un gruppo di potere che ha fatto affari e che fa affari, giovandosi delle amicizie “importanti” e condizionando le istituzioni. Per il momento si tratta di supposizioni e probabilmente soltanto la magistratura (con le inchieste su P3, P4, Ce4-Eco4 ed emergenza rifiuti in Campania) potrà verificare, in ogni caso restano le insolite “coincidenze”.

Massoneria deviata: i rapporti della lobby di Cervinara con il partito della “munnezza” e le coincidenze con la politica pignatarese – parte terza.ultima modifica: 2011-08-12T18:09:00+02:00da davidema2
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