Camorra, l’ex sindaco Giorgio Magliocca assolto perché il fatto non sussiste per entrambi i reati contestati.

Il Giudice per l’udienza preliminare del Tribunale di Napoli, Eduardo De Gregorio, ha scritto la parola fine per quello che potrebbe essere giorgio magliocca.jpgil primo dei tre atti del procedimento che vede imputato l’ex sindaco di Pignataro Maggiore, Giorgio Magliocca (Pdl, ex An), per concorso esterno in associazione mafiosa e omissione in atti d’ufficio con l’aggravante di aver favorito il clan Lubrano-Ligato (articolo 7 della legge Antimafia 152/91), assolvendolo perché il fatto non sussiste. Per il giudice – evidentemente – non è stato provato nessuno degli elementi della fattispecie criminosa contestata, perché è mancato uno degli elementi oggettivi del reato (azione, evento o nesso di causalità). Quindi, non ha ritenuto sufficientemente provate le accuse del pm della Direzione distrettuale antimafia partenopea, Giovanni Conzo, che nel corso della prima udienza del giudizio che si è tenuto con rito abbreviato, aveva ripercorso la storia pignatarese dell’ultimo decennio, mettendo in rilievo l’esistenza –presunta – di due patti politico-mafiosi (quello con Raffaele “Lello” Lubrano, sancito con le cene al ristorante “Ebla” di Triflisco a Bellona, e con Pietro “Pierino” Ligato) e gli atti consequenziali volti a favorire i clan locali soprattutto nel riutilizzo distorto dei beni ad essi confiscati.

Le denunce dell’attuale sindaco Raimondo Cuccaro e del giornalista Enzo Palmesano, i contributi delle persone sentite perché informate conzo.jpgsui fatti (tra i quali Eliseo Cuccaro e Francesco Parisi) e le rivelazioni del collaboratore di giustizia Giuseppe Pettrone alias “Uccello”, corredate da tutta una serie di intercettazioni e di riscontri (eseguite dagli uomini della Squadra Mobile di Caserta), non sono servite a dimostrare l’esistenza di un pactum sceleris tra l’ex primo cittadino (eletto per due volte sindaco nel 2002 e nel 2006) e gli elementi di spicco delle cosce pignataresi. Le responsabilità di Magliocca nella gestione della cosa pubblica e, in particolare dei beni confiscati, sono state scandagliate meticolosamente dagli inquirenti che, però, non sono riusciti a dimostrare la fondatezza delle loro accuse.

Nel corso dell’udienza odierna (20 febbraio), infatti, l’avvocato CUCCARO_RAIMONDOyeah(1).jpgMauro Iodice (difensore di fiducia dell’ex fascia tricolore) è riuscito a ridimensionare la portata delle responsabilità del suo assistito, chiedendo l’assoluzione con formula piena. Nel corso del suo intervento, inoltre, ha consegnato al giudice un pacco di pasta venduta dall’associazione “Libera” che reca la scritta: “Pasta realizzata con il grano prodotto sui terreni confiscati alla camorra nel comune di Pignataro Maggiore”. Il tentativo del legale è riuscito a far cambiare idea al Gup che all’inizio di questa lunga giornata aveva ascoltato l’arringa della seconda parte civile presente (la Provincia di Caserta, costituitasi con azione popolare guidata dal giornalista Palmesano), rappresentata dall’avvocato Cesare Amodio. Il legale napoletano anche lui aveva portato all’attenzione del magistrato alcuni elementi dirimenti riguardanti le responsabilità di Magliocca.

Alle 14.20 il giudice si è ritirato in camera di consiglio e alle 15.45, dopo più di un’ora, è ritornato in aula e ha letto la sentenza di assoluzione. Tale sentenza, seppur con rito abbreviato, rappresenta un giudizio di primo grado. Ora il pm Giovanni Conzo ha facoltà di ricorrere in Corte d’Appello per cercare di far valere le ragioni dell’accusa. Intanto, il primo a rilasciare delle dichiarazioni in merito all’esito della Camera di consiglio è stato il giornalista Palmesano che ha detto: ”Rispetto ma non condivido la decisione del giudice. In ogni caso ci sono tutte le condizioni per ribaltare la sentenza odierna in appello”.

Camorra, l’ex sindaco Giorgio Magliocca assolto perché il fatto non sussiste per entrambi i reati contestati.ultima modifica: 2012-02-20T17:04:00+01:00da davidema2
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