Bartolo Mercone era saltato sul carro dell’ex sindaco Giorgio Magliocca: fondò un gruppo su Facebook cui aveva aderito anche il figlio di Nicola Palladino.

In queste settimane gli esponenti del centrosinistra pignatarese hanno chiesto aiuto pure a Gesù Bambino e a Babbo Natale, nel tentativo di ricondurre sulla retta via il loro ex amico Bartolo Mercone, direttore responsabile della testata giornalistica online www.comunedipignataro.it, a loro avviso troppo subalterno all’influenza – che giudicano nefasta – di Pietro Ricciardi, magliocchiano di ferro ed editore del citato sito Internet. Le letterine – per i credenti – a Gesù Bambino  e, per i laici, a Babbo Natale, a firma di esponenti del Pd (soprattutto ex Ds) sono diventate una valanga all’indomani della pubblicazione da parte di “Pignataro Maggiore News” delle intercettazioni ambientali nel carcere di Avellino in cui l’ex sindaco Giorgio Magliocca e i suoi familiari parlavano di fotografie – opera di Pietro Ricciardi e Bartolo Mercone (o di loro strettissimi collaboratori) – con le quali tentare di gettare fango sugli  avversari politici del detenuto per camorra. Un complotto in piena regola orchestrato da un personaggio come Giorgio Magliocca, arrestato l’11 marzo 2011 con l’accusa di concorso esterno in associazione mafiosa; una inquietante macchinazione che i nostri lettori possono inquadrare nella sua interezza leggendo gli articoli pubblicati dal nostro blog nelle date del 13, 14 e 26 dicembre 2011.

Come è noto, il 6 aprile 2011 – captato dai microfoni fatti piazzare in carcere dai valorosi magistrati della Direzione distrettuale antimafia di Napoli – Giorgio Magliocca dice al fratello Alfonso Magliocca di portare al fido Pietro Ricciardi l’ordine di scuderia; e il 18 maggio 2011 la moglie dell’ex sindaco, Stefania Forlingieri, informa il marito che “Pietro Ricciardi è andato da Bartolo Mercone per reperire quante più foto possibili”. Foto scattate durante i festeggiamenti per la vittoria elettorale del 16 maggio 2011 nel cortile aperto a tutti della casa CUCCARO_RAIMONDOyeah(1).jpgdell’attuale sindaco Raimondo Cuccaro, in piazza e per le strade di Pignataro Maggiore, a caccia di immagini che possano aver inquadrato – pure casualmente – persone imparentate o comunque legate alla cosca mafiosa Lubrano-Ligato insieme con esponenti dell’attuale maggioranza comunale. Fotografie scattate su mandato di quel Giorgio Magliocca finito in carcere non per aver posato o per essere stato casualmente e artatamente ripreso in foto con camorristi o loro parenti ma per uno scellerato patto politico-mafioso con la potente e sanguinaria cosca Lubrano-Ligato.
Gravissimo il comportamento di Pietro Ricciardi e Bartolo Mercone (entrambi giornalisti pubblicisti) che, come è ovvio, possono accumulare e pubblicare tutte le foto che vogliono, nell’esercizio dell’ufficio giornalistico, ma se lo fanno su mandato di un detenuto per fatti di camorra la loro situazione va valutata non solo in questa sede di critica e di cronaca politica. Soprattutto per quanto riguarda Pietro Ricciardi che – su indicazione di Magliocca – aveva fatto parte (con lauta indennità) del consiglio d’amministrazione del carrozzone clientelare “Pignataro patrimonio srl”, la municipalizzata per la raccolta dei rifiuti.
Gli esponenti del Pd pignatarese, e del centrosinistra in generale, fanno bene a non mostrare sorpresa per l’opera di Pietro Ricciardi, magliocchiano a tutto tondo; ma fanno male a mostrare sorpresa per l’atteggiamento del loro ex amico Bartolo Mercone, che era anche lui – come oggi è in grado di rivelare “Pignataro Maggiore News” – saltato sul carro dell’ex sindaco ed ex consigliere provinciale Giorgio ricciardi_piero.JPGMagliocca (Pdl, ex An). Un carro che allora evidentemente a Bartolo Mercone sembrava vincente e invincibile, al punto da far immaginare (a Mercone) non l’arresto di Giorgio Magliocca per camorra ma la sua candidatura e quindi l’elezione addirittura a presidente dell’Amministrazione provinciale di Caserta. E in quel periodo il sodalizio tra  Pietro Ricciardi e Bartolo Mercone era strettissimo, complice anche il fatto che insieme stavano maturando i requisiti per diventare giornalisti pubblicisti; e Mercone pensava, forse, di poter avere qualche motivo di riconoscenza per l’editore Ricciardi. Non a caso, la loro iscrizione all’Ordine dei giornalisti della Campania sarebbe stata deliberata lo stesso giorno, il 28 ottobre 2010, per coincidenza anniversario della mussoliniana Marcia su Roma del 28 ottobre 1922. 
È il mese di gennaio del 2010 quando all’ex Ds Bartolo Mercone viene l’idea di portare acqua al mulino di Giorgio Magliocca che è in quel  momento impegnato nelle grandi manovre per chiedere di essere candidato alla presidenza della Provincia. E così Mercone fonda su Facebook un gruppo denominato: “Pignataresi per Magliocca candidato alla presidenza della provincia”; descrizione: “Per i pignataresi e i caleni che, a prescindere dalla loro sensibilità politiche e culturali, ritengono importante, per tutta la comunità di Pignataro e per l’intero Agro Caleno, la candidatura del sindaco Magliocca alla carica di presidente della provincia di Caserta”. Sulla bacheca del gruppo, Bartolo Mercone non disdegna la solita retorica e verga il seguente messaggio alle ore 13,10 del 19 gennaio 2010: “Non chiedo una politica che si occupi dei fatti miei. Pretendo una politica che si curi degli interessi di tutti”, raccogliendo la pronta adesione del magliocchiano di antica data Giovanni Magliocca junior: “ PRETENDERLO X TUTTI… confermo e sottoscrivo… Giovanni Magliocca”. Giornata campale, quel 19 gennaio 2010, per il neo-magliocchiano Bartolo Mercone. Quando, infatti, alle ore 12,45, Giacomo Vastano scrive: “Giorgio il Presidente di tutti i CASERTANI”, Mercone alle 12,57 replica: “Giorgio presidente di tutti i casertani con il sostegno della stragrande maggioranza dei caleni”.
Molto interessante lo scambio di messaggi di Bartolo Mercone con il geometra Giulio Parisi, presidente del circolo Pdl di Pastorano e padre di Giulia Parisi, che è la fidanzata di Alfonso Magliocca, fratello dell’ex sindaco Giorgio Magliocca. Giulio Parisi è noto, più che per l’impegno politico, per essere stato socio d’affari del defunto boss Lello Lubrano (ucciso in un agguato il 14 novembre 2002), lo stesso spietato mafioso con il quale Giorgio Magliocca siglò il patto politico-camorristico alla vigilia delle elezioni comunali del 2002, quando lo stesso Giorgio Magliocca fu eletto sindaco per la prima volta. Più recentemente, Giulio Parisi ha coltivato una intensa amicizia e una assidua frequentazione con l’imprenditore del calcestruzzo, di Pastorano, Nicola Palladino, quest’ultimo arrestato il 6 dicembre 2011 perché accusato di essere il braccio operativo del boss del “clan dei casalesi” Michele Zagaria per il grande affare del cemento, per estorsioni, riciclaggio e omicidi.
Torniamo al duo Mercone-Parisi, siamo sempre al 19 gennaio 2010.  Alle ore 10,24, Giulio Parisi scrive a Mercone: “Caro Bartolo, io direi di estendere, non solo ai pignataresi, ma a tutto il circondario, questo gruppo, perché, ti posso assicurare, dovunque c’è questa forte richiesta, di essere vicini alla candidatura di Giorgio alla Presidenza della Provincia di Caserta.
Grazie”. Bartolo Mercone risponde a Giulio Parisi alle 10,42: “Ho modificato lo scopo del gruppo. Per il nome ho problemi di spazio”. Giulio Parisi a Mercone alle 10,54: “Io ho avanzato la richiesta, perché, ti ripeto, è forte la vicinanza a Giorgio, in questo momento di tantissime persone.
Come dirigente del PdL, e come cittadino della provincia di Caserta, credo che se la candidatura di Giorgio va in porto, sarà per noi la più bella battaglia politica degli ultimi 20 anni, perché non solo noi, ma la stragrande maggioranza dei cittadini, vede questa opportunità come un reale segno di cambiamento, e per riuscire a scalare la classifica dall’ultimo posto in cui ci troviamo adesso. Giorgio ha parlato di programmi e ha dimostrato di avere le idee chiare su quello che farà”. Si è visto – aggiungiamo noi -, è finito in galera.
L’incredibile iniziativa pro-Magliocca di Bartolo Mercone ha avuto scarsissimo successo e vita brevissima, forse perché surclassata da iniziative analoghe su Facebook di magliocchiani di più vecchio conio. E questo gli ha consentito (a Mercone) di non far sapere troppo in giro della sua sortita, nemmeno a colui che è stato per molti anni – dai tempi dei Ds – suo strettissimo amico personale e politico, l’attuale consigliere comunale di maggioranza Giorgio Valente, fino alla Valente.JPGclamorosa rottura. Ma Bartolo Mercone ha fatto comunque in tempo ad ottenere l’adesione di due persone – per motivi diversi – di forte impatto: il già citato Alfonso Magliocca (fratello di Giorgio Magliocca e futuro genero di Giulio Parisi) e un giovane che porta un cognome impegnativo, Luca Palladino, figlio dell’imprenditore Nicola Palladino, quest’ultimo – come si è detto – nel frattempo arrestato per camorra.
Non sappiamo quale rilevanza attribuire all’adesione del giovane Luca Palladino al gruppo pro-Magliocca, ma su questo potrebbero darci lumi Pietro Ricciardi e Bartolo Mercone che – su richiesta del detenuto Giorgio Magliocca – andavano a caccia di scatti dove immortalare la figlia del boss mafioso Lello Lubrano, Rossella Lubrano, con il fidanzato Piergiorgio Bovenzi. Motivo? Tentare di fotografare l’attuale presidente del Consiglio comunale di Pignataro Maggiore, Ilaria Bovenzi, dirigente provinciale del Pd, con il cugino Piergiorgio Bovenzi mentre quest’ultimo è con la fidanzata Rossella Lubrano. Proprio Ilaria Bovenzi è stata il maggiore obiettivo del complotto orchestrato da Giorgio Magliocca, con l’aiuto delle foto di Pietro Ricciardi e Bartolo Mercone. Se è rilevante l’adesione di Luca Palladino al gruppo pro-Magliocca, Bartolo Mercone (con Pietro Ricciardi) non deve neanche sforzarsi di fotografarlo, basta che faccia una stampata delle adesioni alla cordata che lo stesso Mercone aveva fondato su Facebook. Insieme, il Mercone neo-paladino (con una sola “l”) e il Palladino pro-Magliocca.

Rosa Parchi

Bartolo Mercone era saltato sul carro dell’ex sindaco Giorgio Magliocca: fondò un gruppo su Facebook cui aveva aderito anche il figlio di Nicola Palladino.ultima modifica: 2012-01-21T16:41:00+01:00da davidema2
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