Pignataro Maggiore – Il consigliere regionale della Campania, Enrico Fabozzi, ex sindaco di Villa Literno, arrestato in data 15 novembre 2011 con l’accusa di concorso esterno in associazione mafiosa per affari con il “clan dei casalesi”, era tra i personaggi che nel Pd (forse incredibilmente o forse no) spalleggiavano l’ex sindaco di Pignataro Maggiore, Giorgio Magliocca (Pdl, ex An), in carcere dall’11 marzo 2011 ugualmente per concorso esterno in associazione mafiosa per collusioni con la cosca Lubrano-Ligato.
C’era evidentemente una sintonia di camorra tra i due ex sindaci 
collusi, se nel corso di un convegno nella sede della federazione del Pd, a Caserta, ci fu uno scontro tra esponenti democratici, divisi tra estimatori di Magliocca e chi – al contrario, e a ragione – chiedeva ai parlamentari della Commissione antimafia presenti di darsi da fare per denunciare nella maniera più decisa possibile le collusioni di Giorgio Magliocca. L’episodio è altamente sintomatico. Nel corso della citata riunione, l’allora segretario di sezione del Pd di Pignataro Maggiore, Agostino Cuccaro, sparò a zero su Giorgio Magliocca (all’epoca, come Enrico Fabozzi, a piede libero), sottolineando la necessità di un maggiore impegno di tutto il partito, a livello locale e a livello nazionale, per smascherare il sistema di potere politico-camorristico magliocchiano.
Sulla carta, tutti sarebbero dovuti essere d’accordo con il segretario del Pd pignatarese, ma non fu così. Prese la parola, infatti, Enrico Fabozzi e, dall’alto della sua presunta autorevolezza politica e della sua certa autorevolezza camorristica, rispose polemicamente ad Agostino Cuccaro affermando che bisognava guardare con simpatia ai tanti giovani sindaci che si danno da fare, anche se esponenti del centrodestra. Agostino Cuccaro, a dir poco indignato per la sortita pro-Maglioca dell’ex sindaco di Villa Literno, prese di nuovo la parola e attaccò senza sconti Enrico Fabozzi – alla presenza di parlamentari del Pd della Commissione antimafia e di tutti i dirigenti del partito della Provincia di Caserta -, toccando questioni che facevano prevedere quello che è poi successo, l’arresto di Fabozzi per camorra. Su Fabozzi aveva ragione Agostino Cuccaro; e aveva ragione pure su Giorgio Magliocca.
Naturalmente, noi non abbiamo niente a che vedere con il Pd, per il semplice fatto che non abbiamo a che fare con nessun partito politico. Ma ci piacerebbe sapere che fine abbia fatto Agostino Cuccaro, che non è più il segretario della sezione Pd di Pignataro Maggiore: si dimise per vicende non riguardanti il caso Magliocca-Fabozzi, al culmine di un’aspra polemica politica interna. Nessuno, nel Pd, ritiene che la sua persona e il suo impegno siano una risorsa? O pensano, nel Pd, che Agostino Cuccaro sia un problema, visto che si scagliava pure contro i collusi democratici, oltre che contro i collusi del Pdl? O è meglio non parlare delle simpatie traversali tra collusi del Pd e collusi del Pdl?
Una domanda sorge spontanea: ma siamo sicuri che Agostino Cuccaro nel Pd non sia diventato antipatico a molti dal momento in cui attaccò il colluso Fabozzi per l’intervento a favore del colluso Magliocca? Chissà se il segretario nazionale Pierluigi Bersani vuole dare una risposta (o fare una telefonata ad Agostino Cuccaro), a meno che – direbbe il comico Crozza – non sia impegnato a “smacchiare i leopardi” o, compito più difficile, smacchiare i Fabozzi dal pelo maculato del Pd di Terra di Lavoro. La triste realtà del Pd è, per ora, questa: Agostino Cuccaro è stato completamente emarginato. (Comitato anticamorra)