Biopower 1: Regge l’impianto accusatorio in vista del processo. Intanto, D’Alonzo (rinviato a giudizio) paga per tutti. Magliocca e Mazzuoccolo salvi grazie alla “talpa”, Di Santo e Tombolillo già condannati.

Il procedimento giudiziario ribattezzato “Biopower 1”, che nell’aprile del 2009 portò all’arresto di 23 persone, regge alla prova dell’Udienza preliminare con il rinvio a giudizio di ben 19 persone. Gli imputati, tra i quali Bracciali e i Verazzo, dovranno presentarsi il due febbraio del 2012 davanti alla seconda sezione penale collegio B del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, per la prima udienza del processo (nel corso del quale il Comune di Pignataro Maggiore, rappresentato dall’avvocato Luciano Polizzi, si costituirà parte civile). La pena, invece, è già stata comminata a Gianpiero Tombolillo (uno degli imprenditori che gestiva la società Biopower srl) ed Eugenio Di Santo (il coordinatore della segreteria particolare dell’assessorato regionale alle attività produttive ai tempi di Andrea Cozzolino), che hanno chiesto il patteggiamento e sono stati condannati rispettivamente a 1 anno 10 mesi e 20 giorni, e a 1 anno e 8 mesi (entrambi con pena sospesa).

Il Gup Concetta Scognamiglio ha rigettato la richiesta di patteggiamento pignataro_4_copy_1_copy_1_copy_1.jpgper Vincenzo Di Santo. Non può beneficiare della pena sospesa poiché già lo ha fatto in due occasioni e per questo il suo legale ha chiesto il rito abbreviato (sarà giudicato in un’ulteriore “coda” dell’udienza preliminare che avrà luogo il prossimo diciassette di ottobre). Sul fronte pignatarese, D’Alonzo diventa la vittima sacrificale della scellerata decisione della precedente amministrazione di appoggiare il progetto della Biopower. Così l’ex vicepresidente del Consiglio comunale dovrà affrontare il processo e fornire una diversa spiegazione della “donazione” di denaro corrisposta da Verazzo alla squadra di calcio di cui era presidente (il Pignataro Calcio, società sportiva che aveva come presidente onorario l’ex sindaco Magliocca e come presidente, prima di D’Alonzo, anche Mario “Fernando” Turino).

Non regge il teorema accusatorio per Magliocca e Mazzuoccolo (entrambi assolti), nei confronti dei quali le prove erano insufficienti. Secondo il pm Maurizio Giordano la contropartita per l’assenso alla realizzazione della centrale a biomasse, era il ricco contratto di guardiania e le assunzioni per le società di D’Alonzo. Il Giudice, invece, ha considerato prevalente la volontà politica della vecchia Amministrazione comunale di puntare sulla produzione di energia da fonti alternative. A questo si è unita la mancanza di intercettazioni telefoniche e ambientali nel fascicolo del procedimento, nella parte che riguarda gli indagati pignataresi. In paese, inoltre, la possibile presenza di cimici a Palazzo Scorpio, in quel periodo, era diventata una sorta di “segreto di pulcinella” (forse per colpa di una talpa da ricompensare lautamente) e, evidentemente, questa “voce” sarà arrivata anche ai diretti interessati.

Biopower 1: Regge l’impianto accusatorio in vista del processo. Intanto, D’Alonzo (rinviato a giudizio) paga per tutti. Magliocca e Mazzuoccolo salvi grazie alla “talpa”, Di Santo e Tombolillo già condannati.ultima modifica: 2011-10-01T02:00:00+02:00da davidema2
Reposta per primo quest’articolo