Massoneria deviata: i rapporti della lobby di Cervinara con il partito della “munnezza” e le coincidenze con la politica pignatarese – parte seconda

Le vicende di Cervinara si intrecciano con quelle della provincia di Napoli e di Caserta, epicentri dell’emergenza rifiuti e contemporaneamente del malcelato consociativismo tra centrosinistra e centrodestra. I due schieramenti hanno controllato, attraverso maggioranze politiche più o meno consolidate, i consorzi di bacino per la gestione dei rifiuti sin dall’inizio. In linea di massima, nella provincia partenopea era il “bassolinismo” a farla da padrona, mentre in Terra di Lavoro il business era nelle mani degli ambienti del centrodestra.  

L’emblema di questo accordo trasversale tra bassoliniani e il gran pasquale lombardi, nicola cosentino, mario landolfi, giuseppe valente, antonio bassolino, giorgio magliocca, michele di lillo, michele caiazzo, raffaele chianese, cipriano chianese, francesco d'alonzo, Diego Paternosto, Angelina Cuccaro, Giuseppe Corbo, Pietro Domenico Ciriello, Francesco De Robbio, Francesco Parente, Massimo Russo, Simeone Russo, stefano caldoro, alessandro militacapo del berlusconismo casertano, Nicola Cosentino, è l’Impregeco, un super-consorzio nato da tre consorzi di bacino: il famigerato Caserta 4 (Ce 4), controllato dal coordinatore del Pdl Campania e dall’ex ministro Mario Landolfi; e quelli di area centro-sinistra, Napoli 1 (Na 1) e Napoli 3 (Na 3). In provincia di Caserta Impregeco, che aveva il compito di gestire in via esclusiva il trasporto dei rifiuti e la gestione delle discariche, acquisisce anche il 5% del pacchetto azionario dell’Eco 4, il braccio operativo del Ce 4 nato dalla sinergia tra il consorzio e la Flora Ambiente – la società dei fratelli Orsi, gli imprenditori legati al clan dei Casalesi.

La spartizione delle poltrone all’interno dell’Impregeco è altrettanto trasversale. L’ex sindaco Ds di Giugliano, Gerlini, diventa presidente del super-consorzio, mentre Giuseppe Valente – ex presidente del Ce 4 e uomo di Cosentino – ne diventa il direttore. Altro componente del Cda è Michele Caiazzo, anche lui dei Ds e cugino di Michele Caiazzo, già sindaco di Pomigliano d’Arco e consigliere regionale del Pd dal 2005 al 2010. Valente in quota Forza Italia, Gerlini e Caiazzo in quota Ds e Raffaele Chianese – uomo di Mario Landolfi, colpito da ordinanza di custodia cautelare in carcere perché accusato di associazione a delinquere finalizzata alla truffa ai danni dello Stato per illeciti finanziamenti per corsi professionali – in quota An. 

I paesi di provenienza dei vertici del nuovo ente, soltanto per un caso fortuito, ricalcano la geografia criminale delle alleanze tra clan napoletani e clan casertani. Per una incredibile coincidenza, infatti, il clan Mallardo di Giugliano è lo storico alleato della fazione “bidognettiana” dei Casalesi, la quale gestisce il business dei rifiuti e controlla – così come sostengono i giudici – il consorzio Ce 4 tramite i rapporti con Cosentino e con i fratelli Orsi. Il nuovo super-carrozzone ha dalla sua anche il commissario straordinario per l’emergenza rifiuti, il governatore della Campania Antonio Bassolino. Proprio il presidente della Regione firma con Valente nel 2002 una convenzione tra commissariato e Impregeco – quando sarà interrogato sull’argomento Bassolino non saprà fornire ragioni. La prefettura di Napoli descrive l’Impregeco come la saldatura “perfetta” tra imprenditoria criminale, partiti politici e il commissariato di governo. Non a caso viene colpita da interdittiva antimafia nel dicembre 2007.

Lasciando da parte l’intera filiera politico-affaristica è interessante pasquale lombardi, nicola cosentino, mario landolfi, giuseppe valente, antonio bassolino, giorgio magliocca, michele di lillo, michele caiazzo, raffaele chianese, cipriano chianese, francesco d'alonzo, Diego Paternosto, Angelina Cuccaro, Giuseppe Corbo, Pietro Domenico Ciriello, Francesco De Robbio, Francesco Parente, Massimo Russo, Simeone Russo, stefano caldoro, alessandro militanotare una incredibile “coincidenza”: anche nell’ingranaggio centrale di questo perverso meccanismo (il Ce 4) compare l’ex sindaco di Cervinara, Pasquale Lombardi. L’uomo accusato di far parte della P 3 entra nel consiglio di amministrazione del Ce 4 il 21 febbraio del 2003 e vi rimane fino al 19 gennaio del 2006 – con dimissioni notificate alla Camera di commercio di Caserta il 29 marzo dello stesso anno. La sua nomina, su segnalazione politica, era stata formalizzata nel corso della stessa assemblea che aveva votato la trasformazione del modulo organizzativo del «Consorzio obbligatorio intercomunale Ce 4» nella società per azioni «Consorzio obbligatorio intercomunale Ce 4 – Egea Spa». In quel momento del cda fanno parte anche Diego Paternosto, Angelina Cuccaro, Giuseppe Corbo, Pietro Domenico Ciriello, Francesco De Robbio, Francesco Parente, Massimo Russo, Simeone Russo e Michele Di Lillo – rappresentante del Comune di Pignataro Maggiore. L’avventura di Lombardi nel Ce 4 si interrompe due settimane dopo l’arresto di Cipriano Chianese, l’avvocato di Parete che alla fine degli anni Ottanta aveva inventato il sistema delle ecomafie e che aveva rapporti strutturali con altissimi esponenti istituzionali, con uomini dei servizi segreti e con la massoneria.

A questo punto è normale chiedersi che ci facesse Lombardi, sponsor di magistrati e politici al Csm e alla Cassazione, semisconosciuto personaggio capace di influenzare nomine e di promettere comode aggiustature di processi, nel cuore del malaffare legato al business dei rifiuti. Una spiegazione potrebbe essere suggerita dai rapporti con Cosentino. Proprio la P3, difatti, sponsorizzò Nicola “o’merican” per la candidatura alla Regione Campania e a tal fine produsse inutilmente un falso dossier sulla presunta omosessualità di Stefano Caldoro.

Forse una risposta sulla presenza e sul ruolo di Lombardi nel cda del pasquale lombardi, nicola cosentino, mario landolfi, giuseppe valente, antonio bassolino, giorgio magliocca, michele di lillo, michele caiazzo, raffaele chianese, cipriano chianese, francesco d'alonzo, Diego Paternosto, Angelina Cuccaro, Giuseppe Corbo, Pietro Domenico Ciriello, Francesco De Robbio, Francesco Parente, Massimo Russo, Simeone Russo, stefano caldoro, alessandro militaCe 4 la potrebbe dare l’ex delfino di Mario Landolfi, Giorgio Magliocca, che oltre ad avere un rappresentante del Comune nel consorzio – Michele Di Lillo, come ricordato sopra -, aveva un suo uomo – per pochi mesi addirittura due – ai vertici della società Eco 4 (Franco D’Alonzo quale vicepresidente con potere di firma). Probabilmente anche per questo, come ricordato in più occasioni, tra i pm che hanno chiesto la misura cautelare per Magliocca c’è anche Alessandro Milita, sostituto procuratore che non si è mai occupato dei clan camorristici pignataresi ma che ha scandagliato a fondo nel casertano i rapporti tra camorra, politica e imprenditoria, soprattutto nell’ambito del maxi affare dei rifiuti.

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Massoneria deviata: i rapporti della lobby di Cervinara con il partito della “munnezza” e le coincidenze con la politica pignatarese – parte secondaultima modifica: 2011-08-01T21:33:00+02:00da davidema2
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