Nessuno avvisa Taglione che è cambiata l’amministrazione e lui si lancia nell’ennesima “filippica” contro la stampa pignatarese, per aver attaccato i colleghi dell’”anticamorra al caviale”.

Nessuno domenica sera avrebbe voluto vedere Valerio Taglione nelle vesti di Enrico IV con il capo cosparso di cenere, ma almeno con una bandierina bianca per ammettere tutti gli errori di valutazione commessi da Libera Caserta in questi anni a Pignataro Maggiore. Di fronte alle denunce sulla scellerata gestione dei beni confiscati da parte della Giunta Magliocca, infatti, gli attivisti casertani spesso si sono mostrati muti, sordi e ciechi, come le scimmie raffigurate nel santuario giapponese di Toshogu a Nikko.

Basti pensare che ancora il 6 marzo 2010, quando l’amministrazione icaro capitelli.jpgcomunale era già stata travolta dall’inchiesta “Biopower” e dallo scandalo riguardante i beni confiscati e i rapporti con la camorra, i dirigenti casertani di Libera portarono a Pignataro Maggiore i figli di Franco Imposimato, per una manifestazione sulla legalità organizzata da un amministratore accusato di essere “…da anni asservito ai desiderata del clan camorristico di Pignataro…” (come scritto dal Gip Antonella Terzi nell’ordinanza di arresto dell’ex primo cittadino). E non è tutto. Come riportato in un articolo firmato da Pietro Ricciardi su comunedipignataro.it (http://www.comunedipignataro.it/modules.php?name=News&file=article&sid=12801), un dirigente di Libera presente a quella manifestazione avrebbe detto: “L’amministrazione di Pignataro ha con decisione e coraggio fatto scelte difficili dimostrando volontà e determinazione nel recuperare i beni sottratti alla camorra”. Uno dei tanti attestati di stima dispensati all’ex sindaco e alla sua squadra, nonostante gli articoli e le segnalazioni arrivate a Libera, per denunciare il mancato riutilizzo dei beni confiscati (che erano rimasti nelle mani della camorra stessa) e la discutibile azione amministrativa, non certo votata alla legalità.

L’altra sera, invece, il referente di Libera Caserta non solo sembrava sul punto di intonare la più auto-assolutoria canzoncina della tradizione partenopea Scurdammoceo passato” (forse stimolato dalla presenza del gruppo musicale “Sonorità Napoletane”), come già fatto in un articolo pubblicato su www.articolo21.info dal titolo “Pignataro: lasciamo da parte la cultura del sospetto e della diffidenza”, ma è passato al contrattacco, apostrofando i giornalisti di Pignataro Maggiore per aver parlato della discutibile condotta di alcuni attivisti (uno dei quali presente alla manifestazione).   

Il buon Taglione, però, dimenticava che, mentre l’attuale sindaco – nella sua veste di consigliere di minoranza – e i giornalisti denunciavano la “scellerata” gestione dei beni confiscati, gli attivisti difesi sul palco di piazza Umberto I legittimavano l’azione dell’ex primo cittadino, oggi in carcere perché accusato di concorso esterno in associazione mafiosa per i rapporti con la camorra locale. Un minimo di buon senso consiglierebbe a tutti di evitare le polemiche e lavorare per l’effettivo riutilizzo a fini sociali e istituzionali dei beni confiscati.  

Nessuno avvisa Taglione che è cambiata l’amministrazione e lui si lancia nell’ennesima “filippica” contro la stampa pignatarese, per aver attaccato i colleghi dell’”anticamorra al caviale”.ultima modifica: 2011-07-19T18:27:00+02:00da davidema2
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