PIGNATARO MAGGIORE – Trovano una conferma ufficiale le indiscrezioni giornalistiche relative a un’inchiesta della magistratura sul grande affare dei rifiuti a Pignataro Maggiore. La notizia è contenuta nella determinazione numero 1 del 14 gennaio 2016 del dirigente dell’Ufficio tecnico comunale, ingegnere Antonio Manzella, avente ad oggetto: “SERVIZIO PER LA GESTIONE DEL SERVIZIO DI IGIENE URBANA E DI RACCOLTA DIFFERENZIATA PORTA A PORTA DEI RSU E DI TUTELA AMBIENTALE E DEL VERDE PUBBLICO CITTADINO – PROROGA DEL SERVIZIO IN FAVORE DELLA SOCIETÀ PARTECIPATA PIGNATARO PATRIMONIO S.R.L. IN LIQUIDAZIONE”– IMPEGNO SPESA – APPROVAZIONE SCHEMA DI CONTRATTO DI SERVIZIO”.
Nel documento – che pubblichiamo in coda a questo articolo unitamente allo schema di contratto – si legge tra l’altro: “Atteso che la gara in corso di espletamento che il Responsabile p.t. del servizio Tecnico aveva provveduto a bandire gestita dalla Stazione Unica Appaltante di Caserta non appare allo stato poter avere conclusione a breve; ciò in quanto gli originali degli atti di procedura sono stati acquisiti dall’Autorità Giudiziaria Penale di Santa Maria Capua Vetere a fini investigativi e tale circostanza impedisce all’oggi la prosecuzione del relativo iter da parte della stazione appaltante incaricata”.
Secondo quanto si sente dire nel mondo politico locale, potrebbe essere proprio la continua acquisizione di documenti da parte delle forze dell’ordine – su delega della Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere e della Direzione distrettuale antimafia di Napoli – all’origine del crescente nervosismo che serpeggia a Palazzo Scorpio, sede dell’Amministrazione comunale di Pignataro Maggiore.
Rosa Parchi