CROLLA COME UN CASTELLO DI CARTE L’ACCUSA DEL COMMISSARIATO DI SANTA MARIA CAPUA VETERE (EPOCA VICEQUESTORE PASQUALE TROCINO): ASSOLTI “PERCHE’ IL FATTO NON SUSSISTE” CINQUE GIOVANI DEL CENTRO SOCIALE “TEMPO ROSSO”

PIGNATARO MAGGIORE – Il giudice monocratico del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, sezione distaccata di Caserta, dottoressa Linda Comella, all’esito dell’udienza del 19 maggio 2015, ha assolto “perché il fatto non sussiste” cinque giovani del centro sociale “Tempo rosso” di Pignataro Maggiore, finiti alla sbarra a norma dell’articolo 18 del liberticida Regio Decreto fascista numero 773 del 1931 “perché in concorso tra loro, senza aver dato avviso al Questore di Caserta almeno tre giorni prima così come prescritto, promuovevano una riunione in luogo pubblico o aperto al pubblico, che per il luogo in cui veniva tenuta, il numero di persone intervenute, lo scopo e l’oggetto di essa, aveva carattere di riunione non privata”. E’ quindi crollata come un castello di carte l’accusa contenuta nell’informativa di reato del Commissariato della Polizia di Stato di Santa Maria Capua Vetere, allora capeggiato dal vicequestore dottor Pasquale Trocino, sull’incontro ambientalista.

Si trattava di una pacifica manifestazione – di cui i cinque imputati (quattro di Pignataro Maggiore, Massimiliano Palmesano, Dario Palmesano, Chiara Iodice e Ugo Buglione e uno di Calvi Risorta, Elia Di Ianne), difesi dall’avvocato Giovanni Merola, non erano peraltro gli organizzatori, quindi innocenti finanche per la citata norma dittatoriale del Ventennio mussoliniano -, una semplice tavola rotonda tenutasi a Capua il 15 giugno 2013 contro il disastroso progetto del gassificatore, con la partecipazione di cittadini, militanti ambientalisti, movimento “No Gas”, esponenti del centro sociale “Tempo rosso”, sindaci, parlamentari, vari esponenti politici locali tra cui il segretario della sezione del Partito della Rifondazione comunista, Valerio De Rosa, che aveva inoltrato la richiesta di autorizzazione al Comando della Polizia municipale. Prima della sentenza, nella suddetta udienza del 19 maggio 2015, erano stati sentiti in qualità di testimoni citati dalla difesa lo stesso Valerio De Rosa; un altro esponente di Rifondazione comunista, Giovanni Capobianco, componente della direzione provinciale; Mario De Rosa, ambientalista storico di Vitulazio; Vincenzo Tosti, impegnato con il comitato “Stop biocidio” e nelle battaglie nella “Terra dei Fuochi”; la senatrice Vilma Moronese del “Movimento 5 Stelle”, che aveva partecipato alla tavola rotonda tenutasi a Capua – come si è detto – il 15 giugno 2013. La senatrice Vilma Moronese – la cui interrogazione parlamentare sulla vicenda è stata acquisita agli atti del dibattimento – ha voluto ugualmente essere presente al processo e testimoniare, nonostante al Senato fosse in calendario l’approvazione definitiva della legge sugli eco-reati. Il giudice Linda Comella – con sensibilità e all’insegna del reciproco rispetto istituzionale – ha chiamato la senatrice Vilma Moronese sul banco dei testimoni proprio all’inizio dell’udienza per consentirle, immediatamente dopo, di partire alla volta di Roma e quindi partecipare regolarmente all’importante impegno in sede parlamentare.

Rosa Parchi

CROLLA COME UN CASTELLO DI CARTE L’ACCUSA DEL COMMISSARIATO DI SANTA MARIA CAPUA VETERE (EPOCA VICEQUESTORE PASQUALE TROCINO): ASSOLTI “PERCHE’ IL FATTO NON SUSSISTE” CINQUE GIOVANI DEL CENTRO SOCIALE “TEMPO ROSSO”ultima modifica: 2015-05-20T16:35:22+02:00da davidema2
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