TORNA ALLA RIBALTA LA VARIANTE MAGLIOCCA-MAZZUOCCOLO CHE DEPAUPERÒ I BENI CONFISCATI EX LIGATO: IL PROGETTISTA CARLO TRAMONTANA (DIPENDENTE ASI) È STATO SOCIO D’AFFARI DEL CONSIGLIERE COMUNALE GAETANO FUCILE

PIGNATARO MAGGIORE – L’ingegnere Carlo Tramontana del Consorzio Asi di Caserta risulta aver avuto legami di affari in una società con l’ingegnere Gaetano Fucile, quest’ultimo consigliere comunale di opposizione a Pignataro Maggiore (già assessore, vicesindaco e candidato a sindaco). A questo punto i nostri (pochi) affezionati lettori si chiederanno perché una notizia del genere sia finita in un blog di giornalismo investigativo come “Pignataro Maggiore News”; si domanderanno quale sia il motivo dell’importanza che noi attribuiamo alla vicenda. E’ presto detto: l’ingegnere Carlo Tramontana fu il progettista della variante al piano regolatore dell’Asi (Consorzio per l’Area di sviluppo industriale) di cui tra poco si parlerà di nuovo. Non è una semplice notizia, per quanto rilevante, cari lettori, è un ordigno esplosivo. Seguiteci con un po’ di pazienza e molta attenzione.

Prima di tutto bisogna fare un riassunto delle puntate precedenti, riportando ampi stralci di due articoli, pubblicati da “Pignataro Maggiore News”, con la firma di “Rosa Parchi”, rispettivamente nelle date del 22 ottobre 2012 e del 17 dicembre 2012, oltre un anno fa. Ciò dimostra che noi – giornalisticamente parlando – non molliamo l’osso, lo spolpiamo fino all’ultima notizia.

Ecco quanto scrivevamo nell’articolo del 22 ottobre 2012:

“Documenti scottanti sono incredibilmente (o, forse, “comprensibilmente”) scomparsi dall’archivio del sindaco e dell’Ufficio tecnico del Comune di Pignataro Maggiore. Si tratta di cinque allegati di una oscura e sospetta variante al Piano regolatore del Consorzio Asi (Area sviluppo industriale) che ha avuto come scenario i terreni confiscati alla camorra, quando erano al potere l’ex sindaco Giorgio Magliocca e l’ex vicesindaco Piergiorgio Mazzuoccolo. La variante Asi, limitatamente al territorio del Comune di Pignataro Maggiore, ha avuto lo scandaloso effetto di depauperare i terreni confiscati ex Ligato e quindi di proprietà comunale (da destinazione “industriale” edificabile ridotti ad area “servizi” consortili), mentre non si riesce a capire chi abbia beneficiato della stessa variante, appunto perché sono scomparsi i documenti (i famosi 5 allegati) con la indicazione delle particelle catastali interessate. Qualcuno (un politico, un parente di un politico, un imprenditore amico degli amici, un camorrista, o chissà chi altri), per esempio, ha visto contestualmente il proprio terreno trasformato da area destinata a “servizi” consortili ad area “industriale” edificabile, facendo miracolosamente un clamoroso affare? Lo dovrà accertare la magistratura perché gli allegati – come si è detto – sono scomparsi, forse proprio nel tentativo di nascondere lo scandalo o per impedire il prosieguo della nostra inchiesta giornalistica sull’area industriale di Pignataro Maggiore (…). Se l’attuale sindaco Raimondo Cuccaro e il dirigente dell’Ufficio tecnico, ingegnere Girolamo Parente, fossero in grado di ricostruire la pratica nella sua interezza o se riuscissero ad acquisire i documenti scomparsi accedendo all’archivio di qualche altro Ente (per esempio il Consorzio Asi) per metterli a disposizione della stampa, dei consiglieri comunali e di tutti i cittadini, si potrebbe conoscere tutta intera la verità sulla variante. E potrebbe essere una bomba devastante, sul piano giornalistico, politico e giudiziario.

Per ora, ecco le notizie in nostro possesso. Esiste un documento a firma dell’allora sindaco Giorgio Magliocca, protocollo uscita numero 4362 del 13 maggio 2008, indirizzato al Consorzio Asi di Caserta, protocollo in arrivo numero 2504 del 13 maggio 2008, avente ad oggetto una variante al Piano regolatore dell’Asi limitatamente al territorio di Pignataro Maggiore, con la riclassificazione di alcuni terreni. Tra i terreni interessati, quelli confiscati con la villa bunker al boss della camorra Raffaele Ligato, in via del Conte, a Pignataro Maggiore. Ecco il testo integrale del documento: “Si porta a conoscenza di codesto Ente, per le opportune prese d’atto, che in Zona A.S.I. di Pignataro Maggiore il Comune è proprietario di beni immobili confiscati alla criminalità organizzata. Tali beni, una villa con terreni circostanti, siti in S. P. Via del Conte, sono stati acquisiti al patrimonio indisponibile del Comune di Pignataro Maggiore per finalità di tipo sociale e sono stati assegnati al Consorzio di Cooperative Sociali “ICARO” onlus, che ha predisposto un progetto di finalità sociale volto al recupero di persone e soggetti disagiati. Tali programmi prevedono anche la coltivazione agricola dei terreni per finalità terapeutiche. Pertanto, anche ai fini di un adeguamento urbanistico della zona, consono a tali necessità, si trasmette la presente a cui si allegano la indicazione delle particelle catastali interessate, planimetria, nonché copia degli atti dell’Agenzia del Demanio e atti deliberativi dell’Ente”. Sullo stesso foglio a firma di Giorgio Magliocca, a mano, è scritto che gli allegati sarebbero in numero di 5. Ma nessuno di questi cinque allegati viene mostrato ai giornalisti che ne fanno richiesta all’attuale sindaco e al dirigente dell’Ufficio tecnico del Comune di Pignataro Maggiore.

Va segnalato un dettaglio rilevante. L’ex sindaco Giorgio Magliocca (sotto accusa per lo scandalo dei beni confiscati) scriveva nella sua lettera all’Asi, con riferimento al Consorzio di cooperative sociali “Icaro”, che “tali programmi prevedono anche la coltivazione agricola dei terreni per finalità terapeutiche”. E a nessuno sfugge che la variante non era necessaria (oltre ad essere dannosa per il valore del terreno confiscato e quindi di proprietà comunale) per coltivare peperoni e melanzane sul terreno ex Ligato. Ma Giorgio Magliocca fece di peggio: non chiese la riclassificazione del terreno da “industriale” ad “agricolo” (come si sarebbe potuto immaginare, dati i tardivi progetti “agricoli” di “Icaro”), ma da “industriale” a “servizi” consortili. Lo confessa candidamente – interrogato dai carabinieri della sezione di polizia giudiziaria della Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere – il progettista della variante, l’ingegnere Carlo Tramontana, dipendente del Consorzio Asi, in un verbale di sommarie informazioni del 13 marzo 2010: “La rimodulazione di tale zona si rese necessaria a seguito della comunicazione del sindaco di Pignataro Maggiore, avv. Giorgio Magliocca, n. 4362 del 13 maggio 2008, con la quale sostanzialmente chiedeva di destinare a servizi un’area confiscata alla camorra e da affidare ad una cooperativa sociale”. Destinare a “servizi”, non destinazione agricola. È da sospettare che della variante abbiano beneficiato i venditori e gli acquirenti di un diverso terreno di proprietà privata “rimodulato” da destinazione urbanistica “servizi” consortili a destinazione “industriale” edificabile, ottenendo un vantaggio diretto dal depauperamento del terreno confiscato ex Ligato? E se è così, quale stabilimento è stato costruito sul terreno privato “rimodulato” e pertanto valorizzato per grazia ricevuta?

La vicenda si complica ancora di più se si considera che della variante erano all’oscuro i cittadini di Pignataro Maggiore, variante che non è stata mai portata all’attenzione del Consiglio comunale. Un’operazione super-segreta di cui erano a conoscenza a Palazzo Scorpio, sede dell’Amministrazione comunale, solo Giorgio Magliocca, Piergiorgio Mazzuoccolo e il personale dell’Ufficio tecnico comunale. L’allora vicesindaco Piergiorgio Mazzuoccolo, peraltro, partecipò alla conferenza dei servizi per la variante Asi nelle date 22 e 25 settembre 2008, su delega del sindaco dell’epoca Giorgio Magliocca. Tale variante non fu mai portata al vaglio del Consiglio comunale di Pignataro Maggiore ed era ed è da considerare inesistente; ma nel caso avesse esplicato comunque i suoi perversi effetti, sarebbero da accertare le responsabilità dell’Amministrazione allora in carica, del Consorzio Asi e dell’Ufficio tecnico comunale. (…) Sempre nel citato verbale redatto dai carabinieri in data 13 marzo 2010, l’ingegnere dell’Asi Carlo Tramontana dichiara: “La rimodulazione è stata oggetto di apposita conferenza dei servizi a cui hanno partecipato rappresentanti del Comune di Pignataro Maggiore, del Consorzio Asi e della Provincia di Caserta (…). La rimodulazione è stata approvata con deliberazione del Comitato direttivo dell’Asi n. 182 del 15 luglio 2008 e l’esito è stato ratificato con determinazione n. 45/Q del 9 ottobre 2008 a firma del dirigente del settore urbanistica della Provincia di Caserta”. Nessun riferimento, nel verbale, a una necessaria deliberazione del Consiglio comunale di Pignataro Maggiore, che non esiste, non essendo stata mai adottata. Come non esistono più, negli uffici comunali, i cinque allegati dove c’era la indicazione precisa di tutte le particelle catastali interessante alla variante Asi, indicate in maniera precisa e tale da essere compresa pure da semplici giornalisti. Ma siamo certi che tali allegati siano stati acquisiti all’Asi dai carabinieri su delega della magistratura. Non vogliamo credere che siano “scomparsi” anche al Consorzio Asi (…).

Una pia speranza, la nostra. Ecco, infatti, che cosa scrivevamo nel secondo dei due articoli, quello del 17 dicembre 2012:

“A proposito della variante al piano regolatore del Consorzio Asi (Area sviluppo industriale) di Caserta limitatamente al territorio di Pignataro Maggiore, i nostri (pochi) lettori ricorderanno che eravamo rimasti a quando (si veda il nostro articolo pubblicato il 22 ottobre 2012) si era scoperto che i cinque allegati alla lettera dell’allora sindaco Giorgio Magliocca erano scomparsi. Non si trovavano e non si trovano nell’ufficio dell’attuale sindaco Raimondo Cuccaro né nell’ufficio tecnico comunale (…). Nutrivamo, però, ancora una speranza: prima o poi – ci dicevamo con fiducia – spunteranno dall’archivio dell’Asi. Macché. Da fonte fiduciaria solitamente bene informata, infatti, apprendiamo che neanche i carabinieri in forza alla Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere sono riusciti a farsi consegnare le carte, segno evidente che sono state fatte scomparire pure al Consorzio per lo sviluppo industriale. Ma come è possibile che scompaiano ben cinque allegati – in tre diversi uffici pubblici – di una variante al piano regolatore dell’Asi, restando a disposizione solo un foglietto a firma dell’ex sindaco Giorgio Magliocca? Si apre uno scenario da brivido (…)”.

Fin qui il riassunto delle puntate precedenti. Ora occupiamoci più direttamente del “caso Fucile-Tramontana” e di qualche coincidenza (semplice coincidenza, non sono autorizzate illazioni ingenerose o addirittura diffamatorie). Partendo dal maggio del 2008.

Quel mese di maggio 2008 fu molto importante per la politica pignatarese, non solo perché – come si è visto – il giorno 13 il sindaco Giorgio Magliocca (con l’allora vicesindaco Piergiorgio Mazzuoccolo) era impegnato nella inquietante manovra per la variante Asi. Nella seduta del Consiglio comunale del successivo 29 maggio 2008 (deliberazione numero 17) si verificarono, infatti, alcuni riposizionamenti che potevano avere l’effetto di isolare il capogruppo di opposizione Raimondo Cuccaro (attuale sindaco, eletto a maggio 2011), riducendo di molto la forza di penetrazione politica della sua attività di denuncia. Tre consiglieri comunali di opposizione, Angelo Del Vecchio, Gaetano Fucile e Giorgio Valente presero le distanze da Raimondo Cuccaro e costituirono altri tre diversi gruppi consiliari, con differenti motivazioni. Per quanto riguarda questo articolo, a noi interessa solo il caso di Gaetano Fucile che costituì il “Gruppo Gaetano Fucile”, e annunciò di voler stare “all’opposizione in maniera differenziata”. Immaginiamo con grande giubilo di Giorgio Magliocca e Piergiorgio Mazzuoccolo cui stavano molto a cuore sia la variante Asi sia un indebolimento politico di Raimondo Cuccaro, che pure in quella seduta consiliare del 29 maggio 2008 sparò a zero: “A nessuno sfugge lo stato di diffusa corruzione nella pubblica amministrazione – disse, tra l’altro, Raimondo Cuccaro – e Pignataro non è immune da tale fenomeno”.

Ora entra in scena l’ingegnere Carlo Tramontana, dipendente del Consorzio Asi, dove svolge le delicatissime funzioni di dirigente del settore finanziamenti pubblici ed espropri; e fu lui – come si è già sottolineato – a portare a termine l’incarico di progettista della variante al piano regolatore dell’Asi chiesto dal sindaco pignatarese Giorgio Magliocca. Una variante che ebbe l’effetto di depauperare i beni confiscati alla camorra (diventati di proprietà del Comune di Pignataro Maggiore), trasformandone la originaria destinazione industriale in quella di servizi consortili. Non solo furono depauperati i beni confiscati, ma si diede il via libera a quella che a noi pare una gigantesca “sanatoria”, se abbiamo bene interpretato le parole fatte mettere a verbale dal dirigente dell’Asi nel già citato documento redatto dai carabinieri il 13 marzo 2010. “Preventivamente alla rimodulazione del piano regolatore – dichiarò l’ingegnere Carlo Tramontana – il sottoscritto ha proceduto mediante sovrapposizione del PRG vigente con lo stato di fatto risultante da aerofotogrammetria alla verifica dello stato di fatto. Con tale operazione ho riscontrato che non c’era coincidenza tra lo stato previsionale del PRG e lo stato di fatto. Infatti riscontravo che la viabilità era stata realizzata in localizzazioni diverse da quelle previsionali di PRG. Si riscontrava, inoltre, dallo stato di fatto risultante dall’aerofotogrammetria, che alcuni opifici erano stati realizzati su aree destinate a fasce di rispetto e a sede stradale. Si riscontrava, inoltre, che la fascia di rispetto viabilistica della statale n. 7 Appia risultava commisurata al rispetto previsto dal vecchio Codice della Strada. Pertanto, a causa di detti motivi si è ritenuto di dover procedere ad una rimodulazione del PRG che tenesse conto dell’attuale stato dei luoghi e delle vigenti normative”.

Adesso, attenzione alle date. Come si è visto – parole dell’ingegnere Carlo Tramontana – “la rimodulazione è stata approvata con deliberazione del Comitato direttivo dell’Asi n. 182 del 15 luglio 2008 e l’esito è stato ratificato con determinazione n. 45/Q del 9 ottobre 2008 a firma del dirigente del settore urbanistica della Provincia di Caserta”. Arriviamo quasi alla fine del 2008, quindi.

Non sappiamo se già nel 2008 o anche prima, ma sicuramente con l’inizio del 2009, l’ingegnere Carlo Tramontana – che da dirigente dell’Asi si era appunto occupato della variante al piano regolatore del Consorzio per lo sviluppo industriale limitatamente al territorio del Comune di Pignataro Maggiore -, pensa non solo al supremo interesse pubblico ma anche (legittimamente) agli affari propri, alla propria attività di imprenditore. Poteva naturalmente cercare soci d’affari nel resto d’Italia e del mondo, ma l’ingegnere Carlo Tramontana deve avere nel frattempo maturato una passione per Pignataro Maggiore, per i politici pignataresi e per gli imprenditori pignataresi, al punto da entrare in affari con un politico-imprenditore pignatarese: l’ingegnere Gaetano Fucile, quest’ultimo fresco (maggio 2008) di divorzio politico dall’attuale sindaco e allora capogruppo di opposizione Raimondo Cucaro. Il 6 aprile 2009, davanti al notaio dottoressa Gabriella de Bellis, in Sessa Aurunca, si presentarono l’ingegnere Carlo Tramontana, nato a Sessa Aurunca nel 1966 ed ivi residente; l’ingegnere Gaetano Fucile, nato a Pignataro Maggiore nel 1960 ed ivi residente; Angelo Aniceto Trabucco, nato a Sparanise nel 1962 e residente a Pietramelara; Salvatore Lubrano Lavadera, nato a Procida nel 1949 e residente a Napoli per costituire una società a responsabilità limitata, la “Immobil Trade Srl”, con sede legale in Sessa Aurunca. Capitale sociale di diecimila Euro, alla data del 20 aprile 2009, con la seguenti quote: quattromila Euro per l’ingegnere Carlo Tramontana e duemila Euro a testa per gli altri tre soci. Amministratore unico, con nomina del 6 aprile 2009, Carlo Tramontana. L’oggetto sociale della “Immobil Trade srl” è chilometrico, dall’assunzione di appalti di opere edilizie, industriali, di bonifica, acquedotti e fognature per enti pubblici e privati alla prestazione di servizi alle imprese, dalle iniziative turistiche al commercio all’ingrosso, c’è veramente di tutto; ma l’attività prevalente nell’impresa risulta essere la “compravendita e gestione di beni immobili propri”.

La tranquilla vita di ingegnere dell’Asi e contemporaneamente di imprenditore privato con socio pignaterese di Carlo Tramontana dura meno di un anno. Mentre è impegnato nel lancio in grande stile della “Immobil Trade srl” – iscritta nel registro delle imprese della Camera di Commercio di Caserta il 20 aprile 2009 – l’ingegnere Carlo Tramontana viene convocato dai carabinieri in servizio alla Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere per il 13 marzo 2010 e deve rispondere proprio a domande sulla variante Asi del 2008 limitatamente al territorio del Comune di Pignataro Maggiore, città nella quale nel 2009 si è scelto un socio d’affari nella persona del consigliere comunale Gaetano Fucile. E se la variante fosse stata portata – come era dovuto per legge – all’attenzione del Consiglio comunale pignatarese, il consigliere Gaetano Fucile sarebbe stato chiamato a votare sul progetto varato dal sua socio d’affari Carlo Tramontana. Una situazione di grande imbarazzo. Fucile avrebbe votato favorevolmente alla variante – come Magliocca e Mazzuoccolo – o si sarebbe scagliato contro, nella sua sedicente “opposizione in maniera differenziata”? Ce lo farà sapere lo stesso Fucile, speriamo.

Non sappiamo che cosa sia passato nella mente dell’ingegnere Carlo Tramontana e dei suoi soci – a cominciare da Gaetano Fucile – dopo l’interrogatorio operato dai carabinieri il 13 marzo 2010. Ma le cose sembrano precipitare per la “Immobil Trade srl”, al punto che a distanza di appena nove mesi dal verbale di sommarie informazioni redatto dagli investigatori dell’Arma la società viene messa in scioglimento e liquidazione in data 17 dicembre 2010. Scioglimento e liquidazione di una società nata in pompa magna appena un anno e otto mesi prima. Data della cessazione dell’attività 31 dicembre 2010; cancellazione dal registro delle imprese il 16 marzo 2011, come da istanza del 20 gennaio 2011. E’ appena il caso di notare – trattandosi davvero di una semplice e banale coincidenza, uno scherzo del destino – che la cancellazione della “Immobil Trade srl” dal registro delle imprese avviene appena cinque giorni dopo l’arresto dell’allora sindaco di Pignataro Maggiore, Giorgio Magliocca, incarcerato l’11 marzo 2011 con le accuse di concorso esterno in associazione mafiosa e omissione di atti d’ufficio con l’aggravante camorristica proprio per lo scandalo dei beni confiscati. Come è noto, Magliocca è stato miracolosamente assolto in primo grado, con il rito abbreviato, “perché il fatto non sussiste”; ora si è in attesa della prossima udienza del processo d’appello – chiesto dal valoroso pubblico ministero della Direzione distrettuale antimafia di Napoli, dottor Giovanni Conzo – fissata per il 28 marzo 2014.

Intanto, ci si chiede se la variante Asi, con il conseguente depauperamento dei beni confiscati ex Ligato, abbia provocato l’apertura di un nuovo fascicolo da parte della magistratura. Noi non lo sappiamo, ma speriamo vivamente che venga fatta chiarezza anche su quest’altro inquietante capitolo del malgoverno Magliocca-Mazzuoccolo. Malgoverno che da quel maggio 2008 Fucile disse di voler contrastare in “maniera differenziata”, mentre il suo futuro socio d’affari ingegnere Carlo Tramontana si apprestava a svolgere il ruolo di progettista nella sua qualità di dipendente dell’Asi per la variante firmata appunto Magliocca-Mazzuoccolo.

Per ora può bastare, cari lettori. Ma sappiamo che non è finita qui, non può finire qui la storia della famigerata variante.

Rosa Parchi   

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