Capua: in piazza contro la crisi, per i beni comuni!

Si è scesi in piazza, finalmente, stamattina (sabato 28 gennaio 2012) a Capua. Si è scesi in piazza da autoconvocati, spontaneamente, per lanciare un segnale di dissenso verso i sacrifici ancora una volta richiesti ad un sud allo stremo. “Abbiamo pagato lo ‘sviluppo’, non pagheremo la crisi!” recitava lo striscione che il centro sociale Tempo Rosso ha portato in piazza a cercare di rappresentare, con uno slogan, quella che appare la parte assegnata ad un territorio ed ai suoi abitanti nella grande sceneggiata dell’economia nazionale.

Prima l’emigrazione e lo sradicamento, per sostenere lo sviluppo del sistema industriale italiano localizzato soprattutto a nord. Poi, in nome del progresso e dell’occupazione, la semi-industrializzazione a macchia di leopardo gestita nella peggiore maniera clientelare, zeppa di sfruttamento ed incurante dell’impatto sul territorio e l’ambiente. Poi ancora il vuoto, la sofferenza di una agricoltura sempre più in difficoltà e la crisi economica globale a rincarare la dose. E adesso? Adesso i sacrifici. Per aiutare il Paese, s’intende.
In questo modo, il disastro provocato dalla logica capitalistica che ha capua, assemblea autonoma.jpganimato le scelte e le pratiche della politica, quella meridionale prima di tutte, viene riversato su quella parte, invero grande e maggioritaria, che ha sostenuto, al costo di sacrifici e sfruttamento, la marcia della locomotiva Italia senza, peraltro, goderne dei benefici. Perché qui non funziona niente. Perché lo Stato stesso ha trasformato le infrastrutture per i servizi ai cittadini, compresi quelli essenziali come la sanità e l’istruzione, in grandi serbatoi di consenso, macchine clientelari che hanno assicurato ai politici e ai partiti quel potere che gli ha permesso di assecondare le esigenze delle lobbies economiche, poco importa se legali o extralegali.
Quelle stesse lobbies che hanno trascinato la Campania in un disastro senza precedenti nell’ambito dello smaltimento dei rifiuti attraverso l’imposizione di una logica fatta di discariche ed inceneritori, una logica senza sbocco, come ripetiamo da anni, e che va soppiantata dall’opzione Rifiuti Zero fatta di raccolta differenziata, riciclo e riuso.  A queste lobbies e ad i loro rappresentanti politici bisogna opporsi.
Opporsi animando ed organizzando movimenti dal basso, creando comitati e reti che mettano in relazione le esperienze di lotta che sbocciano sui territori, dando a tutto ciò una comune progettualità che vada nella direzione della difesa dei Beni Comuni e del superamento del binomio pubblico/privato in nome del comune. Questa è una grande battaglia dei nostri tempi, è una possibilità concreta di riscatto ed è fonte di creazione di comunità laddove, l’individualismo imperante, crea divisioni ed isolamento.
Questi i motivi che ci hanno spinto a scendere in piazza oggi (sabato 28 gennaio 2012) e che ci porteranno a scendere in piazza nelle prossime settimane. Crediamo sia necessario creare un fronte largo di opposizione sociale alla crisi e alle politiche di austerity che vogliono imporci, così come all’ennesimo attacco che stanno per sferrare al nostro territorio con l’approvazione dello scellerato piano regionale dei rifiuti. Esprimiamo quindi, così come fatto anche all’interno del corteo, il nostro secco no all’installazione del gassificatore che si vorrebbe costuire sul territorio capuano, così come a qualsiasi altro ecomostro.

Abbiamo pagato lo ‘sviluppo’, non pagheremo la crisi!

Assemblea Autonoma Terra di Lavoro temporosso.org
(comunicato stampa)

Capua: in piazza contro la crisi, per i beni comuni!ultima modifica: 2012-01-29T17:30:00+01:00da davidema2
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