Per la sentenza in udienza preliminare del procedimento ribattezzato “Biopower 1” si dovrà attendere il prossimo 30 settembre. Dopo che lunedì scorso il pm Maurizio Giordano ha mosso nuove contestazioni a Giampiero Tombolillo e ad altri indagati, il Gup del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere ha ritenuto di dover decidere per tutti tra più di due mesi. Per un mero aspetto formale e non sostanziale del procedimento, infatti, il giudice non avrebbe potuto emettere una sentenza per chi aveva scelto il rito abbreviato o il patteggiamento, e rinviare soltanto in un secondo momento il giudizio su chi ha voluto continuare con il rito ordinario. Gli indagati portati a giudizio nell’ambito della stessa udienza preliminare, pur avendo scelto una formula diversa, devono conoscere il loro destino processuale, qualunque esso sia – condanna, assoluzione o rinvio a giudizio -, contemporaneamente.
In mattinata, però, l’avvocato che difende l’ex sindaco Giorgio Magliocca e l’ex vicesindaco Piergiorgio Mazzuoccolo, Mauro Iodice, ha potuto procedere con l’arringa difensiva. Il legale, a fronte della pena di due anni avanzata dalla pubblica accusa, ha chiesto l’assoluzione per i suoi due assistiti, con la motivazione che non avrebbero commesso il fatto. Ora sarà il Giudice per l’udienza preliminare a dover decidere sulla condanna o l’assoluzione dei due, che saranno giudicati insieme con Giuseppe Ragucci (anche il funzionario della Regione ha chiesto il rito abbreviato).
Dunque, a fine settembre dovrebbe essere fatta un po’ di chiarezza sulle responsabilità degli ex amministratori sullo scandalo legato alla costruzione della centrale a biomasse a Pignataro Maggiore. Per Francesco D’Alonzo, invece, i tempi potrebbero essere più lunghi. L’ex vicepresidente del Consiglio comunale ed ex presidente del Pignataro Calcio, ha scelto il rito ordinario e il 30 settembre, nella peggiore delle ipotesi, potrebbe essere rinviato a giudizio e per lui l’accertamento delle responsabilità avrebbe tempi molto più lunghi.