GRAVISSIMA PROVOCAZIONE AI DANNI DI DON LUIGI CIOTTI: L’ASSOCIAZIONE CULTURALE LEGATA ALLA FAMIGLIA LUBRANO AVEVA CHIESTO UN FINANZIAMENTO AFFERMANDO DI VOLER INVITARE A UNA MANIFESTAZIONE ANTI-CAMORRA IL PRESIDENTE DI “LIBERA”

PIGNATARO MAGGIORE – L’opinione pubblica attende una presa di posizione dell’associazione “Libera”, a livello provinciale, regionale e nazionale in merito alla incredibile e gravissima provocazione che è stata orchestrata a Pignataro Maggiore, famigerato paese tristemente conosciuto quale “Svizzera dei clan”, dal sodalizio culturale denominato “Gruppo sociale La Felicità” che aveva chiesto un finanziamento alla Regione Campania (negato) affermando di voler organizzare manifestazioni per la legalità e contro la camorra invitando tra gli altri don Luigi Ciotti (presidente nazionale di “Libera”, grande stima per lui da parte nostra). Si tratta di una pesantissima provocazione perché il “Gruppo sociale La Felicità” è legato alla famiglia Lubrano, quella del potente e sanguinario capomafia “don” Vincenzo Lubrano, condannato all’ergastolo per l’omicidio del fratello del giudice Ferdinando Imposimato. I componenti della lubranesca associazione culturale sono tutti –nessuno escluso – o amici o parenti dei Lubrano: fanno parte del consiglio direttivo il presidente Salvatore Sala (detto “Salvo”), il vicepresidente Giuseppe Ferra, il tesoriere Ida Capuano, i consiglieri Michelina Porcelli e Sofia Castaldo, infine il segretario Angela Valente, moglie di Gaetano Lubrano, quest’ultimo figlio del suddetto capomafia Vincenzo Lubrano.
La beffa è ancora più grave se si considera che il “Gruppo sociale La Feclicità” si è avvalso della complicità di un esponente del Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza, il sindaco di Pignataro Maggiore Giorgio Magliocca (attuale coordinatore provinciale di Forza Italia), che ne fa parte in qualità di presidente della Provincia di Caserta. Giorgio Magliocca invece di denunciare lo scandalo ha addirittura firmato in data 4 luglio 2019 un accordo di partenariato con il “Gruppo sociale La Felicità”, come si evince dalla deliberazione di Giunta comunale numero 106 del 4 luglio 2019, avente ad oggetto: “Richiesta dell’associazione culturale ‘Gruppo sociale ‘La Felicità’ – Approvazione progetto e schema di partenariato – Delibera di Giunta regionale n. 169 del 24-4-2019”.
I fratelli Gaetano Lubrano (marito, come si è detto, di Angela Valente, segretario del “Gruppo sociale La Felicità”) e Giuseppe Lubrano (pregiudicato, già sottoposto a vigilanza speciale) sono stati condannati in primo grado per violenza privata con l’aggravante camorristica ai danni del giornalista e scrittore Salvatore Minieri. È una tradizione di famiglia la guerra dei Lubrano contro i giornalisti: il capoclan Vincenzo Lubrano chiese e ottenne la cacciata del giornalista Enzo Palmesano (vittima di reato di tipo mafioso) dal “Corriere di Caserta”, quotidiano locale di cui era collaboratore con inchieste anti-camorra sul territorio di Pignataro Maggiore. Vincenzo Lubrano fu iscritto nel registro degli indagati unitamente al nipote acquisito Francesco Cascella, messaggero della proposta che non si poteva rifiutare all’indirizzo dell’allora direttore responsabile del “Corriere di Caserta” Gianluigi Guarino, che effettivamente pose fine alla collaborazione di Enzo Palmesano. Morto nel frattempo Vincenzo Lubrano, il nipote Francesco Cascella è stato condannato per violenza privata con l’aggravante camorristica ai danni del cronista. E fu il defunto Gaetano Lubrano (fratello di Vincenzo Lubrano) uno dei boss che parteciparono alla riunione tenutasi a Marano di Napoli, nel feudo dei Nuvoletta (imparentati con i Lubrano e alleati dei “corleonesi” di Totò Riina), dove fu deciso di assassinare il giornalista del “Mattino” Giancarlo Siani. Omicidio sinistramente evocato pure da Vincenzo Lubrano nelle intercettazioni ambientali confluite nell’inchiesta sul “caso Palmesano”. Pubblichiamo l’intera richiesta di partenariato del “Gruppo sociale La Felicità” e, a parte, la pagina dove c’è il provocatorio “dettaglio” del riferimento a don Luigi Ciotti.

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Rosa Parchi

GRAVISSIMA PROVOCAZIONE AI DANNI DI DON LUIGI CIOTTI: L’ASSOCIAZIONE CULTURALE LEGATA ALLA FAMIGLIA LUBRANO AVEVA CHIESTO UN FINANZIAMENTO AFFERMANDO DI VOLER INVITARE A UNA MANIFESTAZIONE ANTI-CAMORRA IL PRESIDENTE DI “LIBERA”ultima modifica: 2021-01-30T19:16:28+01:00da davidema2
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