PIGNATARO MAGGIORE – Il giornalista Bartolo Mercone, già direttore responsabile della testata giornalistica online www.comunedipignataro.it, ha sferrato un duro attacco all’indirizzo del comandante dei vigili urbani Alberto Parente, non facendone esplicitamente il nome ma senza lasciare alcun margine di dubbio sulla identificazione del suo bersaglio polemico. Mercone, infatti, si è scagliato contro qualcuno che ha definito Pignataro Maggiore un Comune “fiorente”; e negli ultimi mille anni un solo soggetto l’ha incredibilmente battezzata “fiorente città”, appunto Alberto Parente, con un messaggio del 15 luglio 2020 pubblicato sulla sua pagina Facebook: “Da oggi saranno effettuati i controlli per il nuovo divieto di sosta permanente su ambo i lati nel tratto di strada di Via San Pasquale compreso tra il ponticello a confine con Via Monteoliveto e l’inizio del cosiddetto curvone. Il nostro Paese è diventato una fiorente città. Gli interventi pubblici sono numerosi e degni di lode. Tocca a noi cittadini fare un piccolo sforzo per diventare il Comune più bello e civile del circondario”.
Bartolo Mercone gli ha risposto in data 2 agosto 2020 con un articolo pubblicato sulla testata giornalistica online www.paesenews.it, recante il titolo: “Pignataro Maggiore – Un paese che “appassisce”, prossima la chiusura dello storico Circolo Unione”. Scrive tra l’altro Bartolo Mercone: “Pignataro definito da qualcuno comune fiorente in realtà è un paese che appassisce. Un paese appassito come l’albero di Natale che giace in piazza in attesa forse del Ferragosto”.
A dare man forte a Bartolo Mercone è sceso in campo rincarando la dose pure il giornalista e scrittore Salvatore Minieri, che sulla sua pagina Facebook ha ripreso l’articolo dello stesso Mercone e ha aggiunto il seguente messaggio: “LA REALTÀ CHE NON VI RACCONTANO – L’interessante e sincera riflessione di Bartolo Mercone: un paese in irreversibile terapia intensiva che qualcuno, con bugie patetiche, post completamente scollati dalla realtà e favolette per bambini, continua a spacciare per perla del casertano. Una fine ignominiosa”.
Rosa Parchi
