CALVI RISORTA – Quando manifestanti preda dello sconcerto e della delusione ci hanno 
comunicato che per il servizio di ordine pubblico in occasione del corteo ambientalista di sabato 27 giugno 2015 a Calvi Risorta il questore di Caserta aveva allertato pure “reparti anti-sommossa” (così definiti dai nostri interlocutori), non ci volevamo credere. Ci sembrava addirittura impossibile l’ennesima e inutile militarizzazione del territorio per una manifestazione che – come sempre – si è svolta nella massima compostezza, nonostante la rabbia crescente delle popolazioni dell’Agro caleno per l’assurdo progetto della “centrale a biomasse” della potente famiglia Iavazzi e il legittimo allarme per la presenza in area ex Pozzi della “discarica illegale più grande d’Europa”, sulla quale recentemente si sono accesi i riflettori della stampa a livello nazionale e internazionale.
La nostra incredulità – a fronte della denuncia degli ambientalisti per la mobilitazione di “reparti anti-sommossa” – è però durata molto poco, solo fino a quando il giornalista Enzo Palmesano (professionista molto conosciuto anche perché vittima di reato di tipo mafioso) ha confermato la incredibile notizia diffondendo alcune foto sulla presenza massiccia di polizia e carabinieri nel parcheggio di un esercizio commerciale sulla via Casilina, a breve distanza dal presidio dei manifestanti all’incrocio tra la Statale e le strade che portano ai centri urbani di Calvi Risorta e di Sparanise. Pubblichiamo a corredo di questo nostro articolo due foto scattate da Enzo Palmesano.
A questo punto i nostri pochi ma affezionati lettori si staranno interrogando, vista la mobilitazione dei “reparti anti-sommossa”, su quali fossero le pretese dei sovversivi che erano scesi in strada a manifestare, tra i quali pericolosissime mamme preoccupate per la salute dei loro figli, bambini molto piccoli ma evidentemente anch’essi già molto pericolosi e persone anziane. La richiesta dei pericolosi sovversivi era questa: un incontro con lo stesso questore. Poi concesso e fissato per lunedì 29 giugno 2015 alle ore 16. Una delegazione per chiedere un ulteriore incontro, stavolta con il prefetto. Nella speranza – aggiungiamo noi – che i portavoce del movimento ambientalista non siano accolti, alla luce della nuova istanza, dalla mobilitazione dei reparti (se esistenti) “anti-bomba atomica” della polizia e dei carabinieri.
Rosa Parchi