PERCHÈ IL RICONOSCIMENTO DI “VITTIMA DI REATO DI TIPO MAFIOSO” PER IL GIORNALISTA ENZO PALMESANO È DI IMPORTANZA STORICA PER PIGNATARO MAGGIORE, FAMIGERATA CITTÀ CONOSCIUTA QUALE “SVIZZERA DEI CLAN”

PIGNATARO MAGGIORE – È stata commentata così anche in qualificati ambienti giudiziari, ma soprattutto sullo scenario di Pignataro Maggiore, famigerata città conosciuta quale “Svizzera dei clan”, deve ritenersi di enorme rilevanza, di importanza addirittura storica la sentenza del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere con la quale il giornalista Enzo Palmesano è stato riconosciuto “vittima di reato di tipo mafioso”. Basta dare un’occhiata ai molto ristrettivi criteri della legge numero 512 del 22 dicembre 1999 (“Istituzione del Fondo di rotazione per la solidarietà alle vittime dei reati di tipo mafioso”) per rendersi conto che si può arrivare a un simile risultato solo dopo una lunga traversata del deserto – che per Enzo Palmesano è durata oltre undici anni -, a seguito di una complessa indagine di valorosi magistrati della Direzione distrettuale antimafia (dottor Giovanni Conzo e dottoressa Liana Esposito), la costituzione di parte civile in un processo e la relativa sentenza (definitiva o, se di primo grado, con l’assegnazione di una provvisionale).

Come si legge in un qualsiasi sito Internet di una delle Prefetture o del ministero dell’Interno, per i requisiti relativi alla citata legge numero 512 del 1999, bisogna: “1. avere ottenuto in proprio favore, successivamente al 30 settembre 1982, una sentenza definitiva di condanna al risarcimento e/o alla rifusione delle spese di costituzione e difesa nei confronti di soggetti imputati dei reati indicati all’art. 4, comma 1 (delitto di cui all’art. 416-bis c.p.; delitti commessi avvalendosi delle condizioni previste dall’art. 416-bis; delitti commessi al fine di agevolare l’attività delle associazioni di tipo mafioso), ovvero una sentenza, anche non definitiva, di condanna al pagamento di una provvisionale per i medesimi reati, ovvero sentenza civile di liquidazione del danno derivato dalla consumazione dei predetti reati, accertati in giudizio penale; 2. non aver riportato condanne, con sentenza definitiva, per uno dei reati di cui all’art. 407, comma 2 lett. a) del codice di procedura penale, né essere destinatario di una misura di prevenzione, ai sensi della legge 31.5.1965, n. 575, applicata in via definitiva o avere in corso procedimenti relativi all’applicazione della stessa”.

Tali difficoltà, che potremmo definire “tecniche”, a Pignataro Maggiore (“Svizzera dei clan”), si aggiungono al fatto che la costituzione di parte civile di Enzo Palmesano – parte offesa in un procedimento penale per violenza privata con l’aggravante camorristica – si è registrata nei confronti della potente e sanguinaria cosca mafiosa dei Lubrano (che nella “Svizzera dei clan” impera su tutto, a cominciare dalla politica e dall’imprenditoria colluse e asservite), consorteria criminale imparentata con i Nuvoletta di Marano di Napoli e alleata di ferro dei “corleonesi”. Come è noto, la cosca mafiosa pignatarese chiese e ottenne nel 2003 la cacciata del giornalista “scomodo” Enzo Palmesano dal quotidiano locale “Corriere di Caserta”. Furono iscritti nel registro degli indagati il capomafia “don” Vincenzo Lubrano e il nipote acquisito Francesco Cascella, quest’ultimo un militare di carriera attivo pure nel mondo del giornalismo. Morto Vincenzo Lubrano nel 2007, è stato processato e condannato il solo Francesco Cascella, come da dispositivo di sentenza che pubblichiamo a corredo di questo articolo ancora una volta.

Va ricordato che i Lubrano sono stati i criminali protagonisti dei delitti eccellenti in provincia di Caserta e in Campania: gli omicidi di Franco Imposimato (fratello del magistrato Ferdinando Imposimato) e del giornalista del “Mattino” Giancarlo Siani. In questo quadro, la sentenza con la quale Enzo Palmesano è stato riconosciuto “vittima di reato di tipo mafioso” rappresenta una svolta, un punto fermo per quella parte di Pignataro Maggiore e per quel giornalismo di Terra di Lavoro e della Campania che vuole restare con la schiena dritta di fronte alle cosche e ai loro tanti alleati nel mondo della politica, degli affari e delle cosiddette Istituzioni.

Cascella-dispositivo

Rosa Parchi

PERCHÈ IL RICONOSCIMENTO DI “VITTIMA DI REATO DI TIPO MAFIOSO” PER IL GIORNALISTA ENZO PALMESANO È DI IMPORTANZA STORICA PER PIGNATARO MAGGIORE, FAMIGERATA CITTÀ CONOSCIUTA QUALE “SVIZZERA DEI CLAN”ultima modifica: 2015-02-13T16:44:15+01:00da davidema2
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