PIGNATARO MAGGIORE – Con una lettera depositata all’ufficio protocollo in data 2 maggio 2013, il giornalista Enzo Palmesano – dopo che alcuni articoli in tal senso pubblicati da “Pignataro Maggiore News” erano rimasti inascoltati – ha chiesto al Sindaco, agli Assessori e ai Consiglieri comunali di Pignataro Maggiore la convocazione di un Consiglio comunale “aperto” per discutere della delicata questione dei beni confiscati alle consorterie criminali. La lettera è stata inviata, per conoscenza, anche al Prefetto di Caserta e alla Direzione distrettuale antimafia di Napoli (in particolare al valoroso Sostituto procuratore dottor Giovanni Conzo).
Ecco di seguito il testo integrale della richiesta di Enzo Palmesano: “Le vicende dei beni confiscati alle cosche camorristico-mafiose a Pignataro Maggiore sono state oggetto di mie numerose inchieste giornalistiche e di denunce alla magistratura fin dal maggio del 2000. A nessuno sfugge che tale questione è di fondamentale importanza, soprattutto in una realtà come quella della città tristemente nota come la ‘Svizzera dei clan’. Tanto premesso, al fine di imporre un’accelerazione per una migliore e sempre più significativa utilizzazione dei beni confiscati, chiedo al Sindaco, agli Assessori e ai Consiglieri comunali di valutare l’eventuale necessità della convocazione di una seduta ‘aperta’ del Consiglio comunale. Sarebbe l’occasione per una riflessione sui problemi esistenti, su quelli risolti e su quelli in via di risoluzione e per raccogliere le proposte – o anche le critiche – dei semplici cittadini, delle associazioni, delle forze politiche, dei sindacati, del mondo della cultura, dell’informazione, dell’imprenditoria e del lavoro, di chiunque fosse interessato. Per quanto mi riguarda, ho già pronte alcune proposte operative. Resto in attesa di un cortese e sollecito riscontro”.
Fin qui la lettera di Enzo Palmesano. Attendiamo con fiducia una pronta risposta – che speriamo positiva – da parte del Sindaco, degli Assessori e dei Consiglieri comunali sia di maggioranza sia di opposizione.
Rosa Parchi