DELLA “CASERTANA RECUPERI SRL” SI OCCUPÒ ANCHE LA COMMISSIONE PARLAMENTARE D’INCHIESTA SUI RIFIUTI – PURE IL CONSIGLIO DI STATO HA DATO TORTO ALLA SOCIETÀ DI FAMIGLIA DEL GIUDICE DI PACE VITTORIA FARZATI

PIGNATARO MAGGIORE – Della “Casertana recuperi srl”, la società di famiglia della coordinatrice dell’ufficio del Giudice di Pace di Pignataro Maggiore, dottoressa Vittoria Farzati, si parlò anche nel corso della missione a Caserta della “Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti” avvenuta l’8 giugno 2011. In quella occasione la Commissione presieduta nella passata legislatura dal deputato Gaetano Pecorella ascoltò, tra gli altri, l’allora Prefetto di Caserta, Ezio Monaco. Rispondendo ad una domanda sulle interdittive antimafia, il Prefetto di Terra di Lavoro riferì che “ce ne sono state diverse da me firmate nel corso degli ultimi due anni. Posso anche elencare le società: Ecosystem 2000, Impresud Srl, Autotrasporti CMT, Impresa costruzioni Offreda, Casertana Recuperi, Gruppo Fontana. Faccio rilevare che tutte queste informative sono state sorrette non soltanto dalle solite informazioni di intelligence, ma anche per il lavoro svolto dal GIA proprio in seno al gruppo appositamente costituito presso la prefettura”. Il GIA, come è noto, è il Gruppo investigativo antimafia della Prefettura.

A questo punto dell’audizione intervenne il presidente della Commissione parlamentare d’inchiesta. “Vi sono state diverse misure interdittive – ricordò Gaetano Pecorella – che il TAR ha regolarmente bocciato, vorrei saper qual è la ragione. Erano notizie infondate, indagini imprecise o valutazioni del TAR che potrebbero essere benissimo non condivise? La misura interdittiva è fondamentale per mantenere sul territorio la presenza solo delle società sane, eppure in tutti i casi addirittura le sospensive sono state rifiutate o bocciate: come mai accade questo?”. Ed ecco la risposta del Prefetto Ezio Monaco: “Signor presidente, la ringrazio di avermi fatto questa domanda perché è una delle cose che francamente mi angoscia maggiormente, al punto che, come lei sa meglio di me essendo un famoso avvocato, anche dall’accoglimento del ricorso fatto al TAR e dall’eventuale accoglimento di un ipotetico ricorso fatto dallo Stato contro l’ordinanza del TAR, possono derivare responsabilità civili sul mio conto, per cui lei capisce che c’è un interesse doppio, innanzitutto a mantenere alto il livello di protezione nei confronti della mafia, ma anche quello di salvaguardare il mio piccolo patrimonio da possibili attacchi di questo genere. Non mi permetto né di sindacare un organo di giustizia né di fare osservazioni che non mi competono, ma faccio un’osservazione come prefetto: secondo l’idea che mi sono fatto il TAR anni fa procedeva in modo diverso. Parliamoci chiaro, la certificazione antimafia è basata anche su una sorta di fumus perché, se ci fossero dati concreti, sarebbe un’attività automatica anche abbastanza elementare. Quello che credo, invece, sia lo spirito della legge nella protezione antimafia è questa difesa avanzata dall’ordinamento nei confronti di fatti e di situazioni che possono ingenerare il rischio di commistione mafiosa. È questa la sensibilità che dovrebbe avere il magistrato, considerare che noi facciamo una serie di operazioni e di collage basati anche su elementi di sospetto delle contiguità, spesso legate anche a situazioni di familiarità, che purtroppo il TAR a volte accoglie e altre no. Talvolta, quindi, abbiamo avuto anche casi per cui sulla stessa situazione societaria il TAR si è espresso in due modi completamente opposti, per cui probabilmente, diversamente da prima, quando c’era una sorta di tutela avanzata di quello che riguardava l’ordine pubblico in generale, maggiore scrupolo, se mi consente, dell’organo di giustizia amministrativa, adesso probabilmente si guarda un po’ più alla tutela dei diritti dei soggetti”.

Come ben sanno i nostri (pochi) lettori, avendo letto i due articoli che abbiamo pubblicato su “Pignataro Maggiore News” il 6 aprile e l’11 aprile 2013, per la “Casertana recuperi srl” fortunatamente non è andata così: la prima sezione del Tribunale amministrativo regionale della Campania di Napoli, infatti, ha dato ragione alla Prefettura di Caserta respingendo – con sentenza depositata in segreteria il 22 dicembre 2010 – il ricorso che la società con sede legale in Calvi Risorta aveva presentato per chiedere l’annullamento dell’interdittiva antimafia. Sentenza che abbiamo pubblicato integralmente in coda al nostro articolo del 6 aprile 2013. Non solo il Tar della Campania, ma anche il Consiglio di Stato – e questa è una nuova notizia, rispetto a quelle precedenti – ha dato ragione alla Prefettura, a fronte di un ulteriore ricorso della “Casertana recuperi srl”, respingendo con ordinanza depositata l’11 marzo 2011 la richiesta di sospensione dell’efficacia della sentenza del Tribunale amministrativo regionale della Campania. Il Consiglio di Stato ha “ritenuto – come si legge nell’ordinanza – che non sussistono i presupposti per l’accoglimento dell’istanza cautelare, essendo condivisibili le argomentazioni già svolte dal giudice di primo grado” e ha condannato la società ricorrente “al pagamento, a favore della costituita controparte, delle spese del presente giudizio complessivamente liquidate in Euro 1500 (millecinquecento) oltre i.v.a. e c.p.a. come per legge”. Il ricorso al Consiglio di Stato era firmato da Antonio Luca Iorio, uno dei figli della dottoressa Vittoria Farzati (moglie dell’imprenditore Nicolino Iorio), il quale figura nelle vicende della “Casertana recuperi srl” con la sorella Maria Giuseppa Iorio e con l’ex socio Vincenzo Abbate, quest’ultimo colpito da ordinanza di custodia cautelare in carcere il 24 giugno 2006 con l’accusa di associazione mafiosa. Pubblichiamo in coda a questo articolo la citata ordinanza del Consiglio di Stato.

Rosa Parchi

ordinanza del Consiglio di Stato.doc

DELLA “CASERTANA RECUPERI SRL” SI OCCUPÒ ANCHE LA COMMISSIONE PARLAMENTARE D’INCHIESTA SUI RIFIUTI – PURE IL CONSIGLIO DI STATO HA DATO TORTO ALLA SOCIETÀ DI FAMIGLIA DEL GIUDICE DI PACE VITTORIA FARZATIultima modifica: 2013-04-14T15:19:00+02:00da davidema2
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