“TORNARE A PASTORANO? NEANCHE MORTO” – UNA STORIA DI LOCULI CHE LA DICE LUNGA SULLA FUGA DI “FRANK ‘U MERICAN’”– IL “CASO IOVINO” E IL RUOLO DI MARIO TURINO E DI ANGELO RAFFAELE AIEZZA

PASTORANO – “Tornare a Pastorano? Neanche morto”. Potrebbe essere questa la sintesi della volontà dell’imprenditore edile Francesco Iovino, detto “Frank ‘u Merican’”, e della sua famiglia, alla luce di quanto ha appurato “Pignataro Maggiore News” in una materia non propriamente allegra, quella dei loculi cimiteriali; ma non solo per quanto riguarda l’ultimo viaggio e l’eterno riposo. Ecco come abbiamo ricostruito la storia per i nostri (pochi) lettori.

Con deliberazione della Giunta comunale di Pastorano numero 28 del 25 febbraio 2010 (o, forse, del 24 febbraio, come si legge nel corpo del documento), approvata all’unanimità dal sindaco Giovanni Diana e dagli assessori allora in carica (Vincenzo Russo, vicesindaco, Vincenzo Capezzuto, Massimo Di Nuzzo e Nicola Bonaccio), si prendeva atto della rinuncia di alcune persone alla assegnazione di loculi cimiteriali e, contestualmente, le estreme dimore venivano assegnate ad altri cittadini richiedenti. Tra i richiedenti vi era appunto il già citato Francesco Iovino (“’u Merican’”), nato nel 1935 a Pastorano, poi emigrato negli Stati Uniti d’America, quindi ritornato per cementificare la cittadina con una serie impressionante di appartamenti, fissando il suo quartier generale nella frazione Pantuliano. Iovino comprò quattro loculi, come da sua richiesta di oltre quattro anni prima, protocollata al Comune di Pastorano in data 9 novembre 2005, al numero 8466. Ed è appena il caso di sottolineare che se una persona di 75 anni compra quattro loculi nel 2010, dopo che li aveva chiesti nel 2005, si può immaginare che lui e la sua famiglia – tra cent’anni o anche più – desiderassero di restare per sempre a Pastorano, per ora da vivi e in futuro pure da morti.

Fin qui le considerazioni che ci vengono suggerite dalla suddetta deliberazione di Giunta comunale numero 28 del 2010. Vogliamo solo aggiungere che – trattandosi di loculi cimiteriali – appare di involontaria e macabra comicità la annotazione per dichiarare la deliberazione “immediatamente esecutiva, stante l’urgenza”. Dimenticando che – come recita il proverbio paesano – “a pagare e a morire c’è sempre tempo”.

Attenzione alle date, ora. È del 25 (o del 24) febbraio 2010 la deliberazione che sembrava confermare la volontà della famiglia Iovino di restare per sempre a Pastorano. Passano appena due mesi e mezzo dall’acquisto dei loculi e il 14 maggio 2010 Francesco Iovino dimostra che non ci pensa proprio né a morire (scongiuri facendo) né a partire di nuovo per gli Stati Uniti, tanto è vero che si reca al “Banco di Napoli” di Pignataro Maggiore per versare quanto previsto dalla legge per far nascere una nuova impresa denominata “M. & I. costruzioni  srl” (accanto alle già note sigle “Iovino srl”, “Iovino e figli srl”, “Iovino costruzioni srl”). Un versamento di ventimila Euro, il 25 per cento del capitale della nuova società a responsabilità limitata, con quote complessive per ottantamila Euro, così suddivise: il 50 per cento per Francesco Iovino; il 40 per cento per Anthony James Iovino, nato a Pastorano nel 1972; il 5 per cento a testa per Giovanni Aquaro, nato nel 1977 a Caserta, e per Vincenza Fadda, nata a Capua nel 1983. Tutti e quattro i soci della “M. & I. costruzioni srl” erano all’epoca residenti in Pastorano; la sede legale della società, invece, è fissata in Pignataro Maggiore, via Gramsci, 5, presso lo studio Rotoli.

Tutto lasciava immaginare, insomma, che Francesco Iovino intendesse – fino a metà maggio 2010 – mettere ancora più salde radici nella sua città di origine. In qualche caso non disdegnando le maniere forti, di fare la faccia feroce quando qualcuno si metteva di traverso, impedendogli di portare a termine i suoi progetti.  È il caso della vicenda che i nostri pochi ma affezionati lettori ben conoscono, avendone noi parlato in un articolo pubblicato da “Pignataro Maggiore News” il 9 novembre 2012, con il titolo: “Pastorano: i metodi violenti di Frank Iovino, imputato di invasione di terreni e danneggiamento – La ‘fuga’ lasciando il suo impero nella mani di Mario Turino”.  Si dava notizia di un procedimento penale a carico di Francesco Iovino originato da una querela a firma di Giuseppe Colella, quest’ultimo affittuario di un terreno di proprietà della Diocesi di Teano-Calvi. Quando Iovino acquistò il terreno, l’affittuario fece resistenza, pretendeva legittimamente un risarcimento e dovette entrare in conflitto con l’imprenditore edile. Secondo le accuse, Iovino – di fronte alla resistenza di Giuseppe Colella – effettuò lo stesso lo sbancamento con una pala meccanica, con l’abbattimento di paletti di recinzione e di alberi e la distruzione di colture agricole. Giuseppe Colella presentò querela contro Francesco Iovino che fu citato a giudizio davanti al Giudice di Pace di Pignataro Maggiore, dottoressa Vittoria Farzati, per rispondere dei reati previsti e puniti dagli articoli 633, 81 e 635 del Codice penale. Vicenda che a noi sembra un reato “satellite”, indizio di qualcosa di molto più grave e inquietante di “semplici” invasioni di terreni e danneggiamento.  

Intanto Giuseppe Colella – speriamo “con le buone” – si è convinto a ritirare la querela contro Francesco Iovino.  Per perfezionare la remissione della querela si attende l’udienza dell’8 aprile 2013, ammesso che il verbale della precedente udienza sia stato nel frattempo notificato all’imputato Francesco Iovino che da metà agosto 2010 (a meno di sei mesi dall’acquisto dei loculi e a tre mesi dalla costituzione di una nuova società, la “M. & I. costruzioni srl”) è tornato all’improvviso negli Stati Uniti, a Las Vegas per la precisione, dove ha altri interessi imprenditoriali nell’edilizia.  

Una fuga tanto precipitosa, quella dell’azionista “Frank ‘u Merican’”, il 15 agosto 2010, che solo il successivo 24 agosto 2010 si svolse l’assemblea dei soci (affidando a una delega la rappresentanza del pacchetto azionario) per trasferire il suo impero edile nelle mani del molto discusso imprenditore Mario Turino, originario di Frattamaggiore e ora residente in Pignataro Maggiore, un personaggio che nel proprio curriculum ha legami di affari con le famiglie mafiose Lubrano, Nuvoletta e Ligato e, più recentemente, con l’imprenditore del calcestruzzo (CLS di Pastorano), Nicola Palladino, quest’ultimo ritenuto dai magistrati della Direzione distrettuale antimafia di Napoli uomo del capo del “clan dei casalesi” Francesco Schiavone detto “Sandokan”. Lo scenario è impressionante. E, a nostro avviso, non si è ancora indagato a fondo sul “caso Iovino”.

Gli interrogativi sono tanti. Perché Francesco Iovino all’improvviso ha deciso di ritornarsene negli Stati Uniti, precipitosamente? È stato minacciato? Temeva gli sviluppi di qualche inchiesta della magistratura? Fa parte di una strategia oscura che a noi sfugge? E’ solo il prestanome di soci che ora non hanno più bisogno dell’americano? Vedremo gli sviluppi.

Abbiamo cominciato questo nostro articolo con i loculi e concludiamo con i loculi, per ribadire che davvero Francesco Iovino non tornerà mai più, né da vivo – salvo ripensamenti, per ora da ritenere improbabili – né da morto a Pastorano. Lo dimostra un’altra deliberazione della Giunta comunale di Pastorano, quella attualmente in carica (componenti il sindaco Giovanni Diana, il vicesindaco Vincenzo Russo e l’assessore Monica Morra), la numero 84 del 31 maggio 2012, riguardante la rinuncia di Francesco Iovino ai quattro loculi che aveva chiesto nel 2005 e che aveva acquistato nel 2010, facendosi vivo stavolta con un fax inviato dagli Stati Uniti d’America il 6 maggio 2012 e protocollato al Comune al numero 3689 del 28 maggio 2012. Nella delibera si legge che Francesco Iovino, “impegnato per lungo tempo all’estero” ha delegato l’ingegnere Angelo Raffaele Aiezza, nato a Capua nel 1969 e residente a Pastorano, “alla quietanza dell’intera somma dovuta e alla relativa intestazione (anche a se stesso) della concessione dei loculi”. Si capisce che i loculi passano di mano, ora sono di proprietà di Angelo Raffaele Aiezza, l’ingegnere i cui interessi professionali e imprenditoriali si intrecciano in maniera inestricabile con quelli di Francesco Iovino e con altri soggetti non meno interessanti. Nell’oggetto della deliberazione l’addio di Francesco Iovino a Pastorano è più chiaro: “Concessione quattro loculi cimiteriali. Rinuncia del concessionario Francesco Iovino. Delega a favore di Angelo Raffaele Aiezza. Presa d’atto del subentrante”.

Per ora ci fermiamo qui, per non abusare ulteriormente della pazienza dei nostri affezionati lettori. Ma – siatene certi – non per mettere una definitiva pietra (tombale) sopra all’interessante e inquietante “caso Iovino”. Però, dateci tempo: è difficile raccogliere informazioni su Iovino a Pastorano; i pastoranesi sono preda di una spaventosa e spaventata omertà.

Rosa Parchi

“TORNARE A PASTORANO? NEANCHE MORTO” – UNA STORIA DI LOCULI CHE LA DICE LUNGA SULLA FUGA DI “FRANK ‘U MERICAN’”– IL “CASO IOVINO” E IL RUOLO DI MARIO TURINO E DI ANGELO RAFFAELE AIEZZAultima modifica: 2013-02-10T15:08:00+01:00da davidema2
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