POLITICAMENTE PARLANDO, GIORGIO MAGLIOCCA È FINITO: VADA A CASA. PIETRO RICCIARDI FU TRA I PRIMI A SAPERE DEGLI INCONTRI CON IL BOSS LUBRANO

PIGNATARO MAGGIORE – Dopo la pubblicazione delle motivazioni della sentenza di primo grado, con la quale il Gup del Tribunale di Napoli con rito abbreviato ha assolto in data 20 febbraio 2012 l’ex sindaco di Pignataro Maggiore ed ex consigliere provinciale Giorgio Magliocca (Pdl, ex An) dalle imputazioni di concorso esterno in associazione mafiosa e omissione di atti d’ufficio con l’aggravante camorristica, sono state tante le chiacchiere dei magliocchiani lette sulle testate giornalistiche locali (soprattutto online) e su Facebook. Ma ora, passata la sbornia dei festeggiamenti maglioccheschi e mentre si attende il ricorso in appello dei valorosi magistrati della Direzione distrettuale antimafia di Napoli, finalmente si farà strada – pur tra mille interessate reticenze – il nodo delle conseguenze politiche, che naturalmente possono essere in tutto o in parte indipendenti dalle vicende giudiziarie. La conseguenza politica non può che essere una: Giorgio Magliocca si convinca – e con lui i suoi seguaci – che deve dire addio all’impegno nel suo partito e nelle Istituzioni perché non ha alcuna credibilità chi, da consigliere provinciale in carica, avendo l’intenzione di candidarsi anche a sindaco, non trovò di meglio che incontrarsi più volte – tra la fine del 2001 e l’inizio del 2002, quindi alla vigilia delle amministrative – con il boss mafioso Raffaele Lubrano, detto Lello, quest’ultimo poi ucciso il 14 novembre 2002 in un plateale agguato a Pignataro Maggiore dal “clan dei casalesi”, nell’ambito di un regolamento di conti tra sanguinarie bande criminali.

Gli incontri Magliocca-Lubrano ci furono, inutile che l’ex sindaco tenti ancora di negarlo. Adesso, quindi, si dedichi al lavoro, alla famiglia, alle partite a bocce con il suo amico Giulio Parisi (che fu pure socio d’affari del citato mafioso Lello Lubrano, prima di segnalarsi per un’assidua frequentazione con il “casalese” Nicola Palladino), ma lasci perdere l’impegno politico. Non è cosa per lui, non è idoneo, non può fare politica chi – come Magliocca – va a parlare della propria candidatura con un boss mafioso, a cena, al ristorante “Ebla” di Triflisco, nel territorio del Comune di Bellona.

Del resto – sul piano della credibilità politica di Giorgio Magliocca – nemmeno dalla suddetta sentenza di assoluzione sono arrivate per lui buone notizie. Nelle motivazioni della sentenza, infatti, si legge: “In conclusione ed in sintesi deve ritenersi certo – alla stregua delle prove processuali – che le due cene tra l’imputato e Lello Lubrano vi furono”. Ed è per questo che il documento integrale, nonostante l’annuncio dell’11 maggio 2012, è stato pubblicato dalla testata giornalistica magliocchiana online www.comunedipignataro.it solo il 15 maggio 2012; e dopo che in data 14 maggio 2012 era già apparso su www.caleno24ore.it. Evidentemente, l’editore della testata magliocchiana, Pietro Ricciardi (a proposito: Magliocca potrebbe portare pure lui, con Giulio Parisi, a giocare a bocce), partito ancora una volta giornalisticamente in quarta era stato poi, nelle more, richiamato all’ordine e frenato da “superiori” esigenze politico-amicali.

Insomma, quella sentenza di primo grado, nonostante sia stata di assoluzione, ha contribuito a disintegrare la residua (molto residua) credibilità politica di Giorgio Magliocca. Se n’è reso ben conto, Giorgio Magliocca, se abbiamo interpretato correttamente un messaggio che l’ex sindaco ha affidato a Facebook il 1° giugno 2012: “Ma io sono stanco per parlare di queste cose. Perché la mia assurda vicenda, comprensiva della incredibile, per il momento, verità processuale, è diventata strumento per far diventare vergini coloro che vergini non sono”. Ci pare di capire che Magliocca è deluso per la “incredibile verità processuale” relativa agli incontri (confermati) con il boss Lello Lubrano.

Magliocca sa bene che, per quanto riguarda le cene con Lubrano, la partita l’ha comunque persa, anche se fosse incredibilmente assolto con sentenza definitiva. Politicamente parlando, Giorgio Magliocca è finito. Fa la scena di non saperlo il suo riconoscente amico Pietro Ricciardi che, secondo una nostra fonte fiduciaria solitamente bene informata, fu uno dei primi (non più tardi dell’estate del 2003, se non addirittura in epoca precedente) a conoscere tutti i dettagli degli incontri tra Magliocca e Lubrano. Pietro Ricciardi dica chi lo informò dei colloqui Magliocca-Lubrano e dei contenuti degli stessi, e la facesse finita una volta per tutte con l’ipocrisia e le reticenze.

Rosa Parchi

POLITICAMENTE PARLANDO, GIORGIO MAGLIOCCA È FINITO: VADA A CASA. PIETRO RICCIARDI FU TRA I PRIMI A SAPERE DEGLI INCONTRI CON IL BOSS LUBRANOultima modifica: 2012-06-03T14:57:00+02:00da davidema2
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