Magliocca, intercettazioni ambientali in carcere: bufera su Pietro Ricciardi e Bartolo Mercone.

Se vedete l’editore e direttore responsabile della testata giornalistica online www.comunedipignataro.it, Pietro Ricciardi, in giro per Pignataro Maggiore armato della sua macchina fotografica, le ipotesi da fare sono due: o sta cercando qualche carta di caramella per terra da immortalare al fine di dimostrare che le cose andavano meglio (naturalmente per lui) quando la municipalizzata per la raccolta dei rifiuti “Pignataro patrimonio srl” gli versava un lauto stipendio mensile quale componente del consiglio d’amministrazione; o è in missione speciale in nome e per conto dell’ex sindaco Giorgio Magliocca (Pdl, ex An) – arrestato l’11 marzo 2011 con l’accusa di concorso esterno in associazione mafiosa per collusioni con la potente e sanguinaria cosca Lubrano-Ligato –, al fine di scattare foto utili per sceneggiare film “gialli” ai danni di avversari politici.

Secondo quanto è emerso dalle intercettazioni ambientali effettuate su disposizione della Direzione distrettuale antimafia di Napoli durante i colloqui in carcere tra Giorgio Magliocca e i suoi familiari, alle carte di caramelle non si è fatto cenno. Si è parlato, invece, e approfonditamente, della missione fotografica affidata a Pietro Ricciardi per dare man forte all’ex sindaco arrestato per fatti di camorra. Una situazione davvero imbarazzante per Pietro Ricciardi – che fu inserito nel consiglio d’amministrazione della “Pignataro patrimonio srl” proprio per volontà dell’allora sindaco Giorgio Magliocca -, chiamato pesantemente in causa dai colloqui registrati nel carcere di Avellino.

In data 6 aprile 2011, Giorgio Magliocca riceve la visita della madre Maria Grazia Del Vecchio, della moglie Stefania Forlingieri e del fratello Alfonso Magliocca. Giorgio Magliocca rivolgendosi al fratello Alfonso Magliocca gli affida un messaggio per Pietro Ricciardi: l’editore e co-direttore responsabile di www.comunedipignataro.it deve scattare tutte le foto possibili perché venga fuori che – secondo l’ex sindaco – “la famiglia Lubrano in questa campagna elettorale appoggia Raimondo Cuccaro”. Poi, dopo altre frasi di vario argomento, Giorgio Magliocca insiste, ribadendo al fratello Alfonso Magliocca che Pietro Ricciardi “deve fotografare tutti i Lubrano” che – a suo giudizio – “vanno da Raimondo Cuccaro”.

Sarebbe interessante sapere come fa Giorgio Magliocca in data 6 aprile 2011, visto che era in carcere dall’11 marzo 2011, a immaginare che Pietro Ricciardi possa fotografare i “Lubrano che vanno da Raimondo Cuccaro” (nel tentativo di inguaiare gli avversari politici) durante la campagna elettorale, non ancora iniziata, per le elezioni comunali del 15 e 16 maggio 2011 che avrebbero sancito la scontata vittoria della lista dello stesso Raimondo Cuccaro. Magliocca fa il mago? O immagina che scattando fotografie alla cieca, essendo numerosissimi i Lubrano e i loro accoliti, prima o poi capiterà che qualcuno venga inquadrato mentre passa un suo avversario politico, circostanza sulla quale quindi orchestrare Landolfi - Magliocca.jpgsceneggiature da telefilm? Ed è appena il caso di ricordare che la famiglia mafiosa dei Lubrano è proprio quella del defunto Lello Lubrano (ucciso in un agguato il 14 novembre 2002), il potente boss mafioso con il quale – secondo l’accusa della Direzione distrettuale antimafia – l’allora consigliere provinciale di An Giorgio Magliocca avrebbe sancito il patto politico-camorristico in un summit al ristorante “Ebla” di Triflisco, nel territorio del Comune di Bellona, in vista delle elezioni comunali pignataresi del 2002. Giorgio Magliocca se si fosse preoccupato della presenza dei Lubrano-Ligato anche nel 2002 (quando fu eletto sindaco per la prima volta) e nel 2006 (quando fu rieletto sindaco), non sarebbe finito in carcere. Ora, invece, Giorgio Magliocca, come si dice a Pignataro Maggiore, “persi i buoi, va cercando le corna”, sguinzagliando il fido Pietro Ricciardi alla caccia dei Lubrano al bar, sperando di fotografarli mentre – chessò – nello stesso bar, per caso, sta prendendo il caffè per conto suo, allo stesso bancone, Raimondo Cuccaro o un altro esponente della sua compagine politico-amministrativa.

Naturalmente, non possiamo sapere che cosa sia albergato in quel momento nella mente di Giorgio Magliocca, che è spaventato dalla possibilità di essere condannato a molti anni di carcere, è disperato (“non ce la faccio più”, captano i microfoni dell’antimafia), piange a dirotto, lancia insulti all’indirizzo del suo ex difensore di fiducia. Quel che conta, per quanto ci riguarda, è sottolineare quale sia il ruolo della testata giornalistica online www.comunedipignataro.it e del suo editore Pietro Ricciardi, in questo scenario. Giorgio Magliocca, infatti, dispone di scattare le foto e Pietro Ricciardi esegue.

Le intercettazioni ambientali lanciano ombre pure sul direttore responsabile di www.comunedipignataro.it, Bartolo Mercone, che potrebbe aver collaborato nel fare il favore al detenuto Giorgio Magliocca. Interessante, in proposito, l’intercettazione ambientale del 18 maggio 2011, quando a Giorgio Magliocca fanno visita la moglie Stefania Forlingieri, il padre Luigi Magliocca (che piange disperato e fa propositi di vendetta contro il mondo intero) e la madre Maria Grazia Del Vecchio. È la moglie di Giorgio Magliocca a tirare in ballo il direttore responsabile di www.comunedipignataro.it: Stefania Forlingieri informa il ricciardi_piero.JPGmarito che “Pietro Ricciardi è andato da Bartolo Mercone per reperire quante più foto possibili”. In che modo Bartolo Mercone si è procurato quelle foto pare relative ai festeggiamenti seguiti alla vittoria elettorale del sindaco Raimondo Cuccaro del 16 maggio 2011? Presentandosi, Mercone, come inviato-sodale di Giorgio Magliocca o come direttore responsabile della testata giornalistica online? Come fa Stefania Forlingieri signora Magliocca a sapere che nella missione speciale Pietro Ricciardi si è avvalso della collaborazione di Bartolo Mercone? E se Mercone era anch’egli immortalato nelle foto dei festeggiamenti, chi è la terza persona che ha dato man forte ai due responsabili della testata online? Emergerà in qualche altra intercettazione non ancora filtrata?

Bartolo Mercone ritiene tuttora esistenti le condizioni per essere – con Ricciardi, le foto e le intercettazioni ambientali in carcere appena sintetizzate – direttore responsabile di www.comunedipignataro.it? Valuti lui, serenamente. Ma Bartolo Mercone tenga presente che quelle foto avevano l’obiettivo di colpire – oltre a Cuccaro e la sua squadra – anche un giornalista, Enzo Palmesano, che naturalmente è sempre presente dove vi sono le notizie, i fatti, le cose da osservare. È la stessa moglie di Giorgio Magliocca, implicitamente, a rivelare che Palmesano era uno dei bersagli privilegiati dei fotografi magliocchiani, quando dice al marito (intercettata sempre in data 18 maggio 2011): “Durante i festeggiamenti di Cuccaro per le elezioni vinte, Enzo Palmesano si è tenuto in disparte”.

C’è, insomma, di che riflettere. Pensavano – Magliocca, i suoi familiari, Ricciardi (e forse Mercone) – che un giornalista fin troppo esperto come Enzo Palmesano era lì come un tordo a farsi fotografare con una bandiera in mano, una maglietta pro-Cuccaro e una trombetta in bocca durante i festeggiamenti elettorali? Palmesano era lì per guardare, appunto “in disparte”, come ha riferito all’ansioso e interessato marito detenuto la signora Stefania Forlingieri Magliocca. Hanno fatto un buco nell’acqua, i mandanti e i fotografi.

Per quanto riguarda noi di “Pignataro Maggiore News”, non resta che aggiungere un forte invito alla Magistratura e a tutte le Autorità preposte affinché si proceda a norma di legge, severamente contro chicchessia (a cominciare da Raimondo Cuccaro, e citiamo lui perché è il primo cittadino), per quello che eventualmente sia emerso nella vicenda delle foto ricciardiane e, a quanto pare, merconiane (salvo un terzo, finora non identificato, fotografo). Non ci devono essere sconti per nessuno, a cominciare (ripetiamo) da Raimondo Cuccaro. Né – ovviamente – ci devono essere sconti per Giorgio Magliocca (“il sindaco della camorra”, come è stato definito dal quotidiano “la Repubblica”) che sarà processato con rito abbreviato il 20 dicembre 2011. Un’annotazione finale: naturalmente Pietro Ricciardi, Bartolo Mercone e pure il terzo fotografo (per ora) non identificato possono scattare tutte le fotografie che vogliono, se ciò avviene nell’esercizio dell’ufficio giornalistico. Ma è cosa ben diversa se tali foto vengono scattate su mandato di un detenuto per fatti di camorra e per fini, quindi, che esulano dall’ambito giornalistico. In quest’ultimo caso, il terzetto fotografico è parte in causa di una partita più complessa, come emerge dalle intercettazioni ambientali effettuate nel carcere di Avellino. 

Rosa Parchi

Magliocca, intercettazioni ambientali in carcere: bufera su Pietro Ricciardi e Bartolo Mercone.ultima modifica: 2011-12-13T14:25:00+01:00da davidema2
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