Negli ultimi anni non c’è dubbio che Casapesenna, con la presenza del superboss Michele Zagaria (oggi in carcere a Novara) e gli arresti dei capiclan di Casal di Principe (Francesco Schiavone “Sandokan” e Francesco Bidognetti “cicciotto e’mezzanotte”) e di San Cipriano d’Aversa (Antonio Iovine detto “’o ninn”), è diventata la sede indiscussa di quello che potrebbe essere definito il centro decisionale del clan dei “Casalesi”. Michele “capastorta” e i suoi fratelli – Carmine e Pasquale alias “Bin Laden” -, impegnati a riciclare soldi in attività imprenditoriali, edilizie e immobiliari fino in Lombardia (Sergio Bazzini, suocero di Pasquale Zagaria, è stato una delle teste di ponte che ha permesso ai “Casalesi” di costruire perfino sugli ex terreni della Mondadori), del gruppo storico della cosca ne sono diventati, per forza di cose, i punti di riferimento. E così, nonostante gli investimenti su scala nazionale e internazionale, il binomio di potere criminale Casapesenna – Zagaria è diventato inscindibile, tanto che Michele è rimasto sempre nella sua terra di origine mantenendo il controllo del gruppo malavitoso.
Non tutti gli Zagaria di Casapesenna, però, di “mestiere” fanno i camorristi. Per
L’avventura del neo sindaco – molto noto a Pignataro Maggiore per aver ottenuto degli incarichi legali grazie alla Giunta comunale presieduta dal suo amico e “coronelliano” a sua volta, Giorgio Magliocca – finì stranamente pochi giorni dopo l’arrivo a Casapesenna dell’ex sottosegretario agli Interni, Alfredo Mantovano. Il 30 gennaio 2009, l’ex alleanzino, in provincia di Caserta per alcuni incontri con le associazioni degli imprenditori e dei bancari, fece visita ai due sindaci amici del senatore Coronella: prima si recò a Casapesenna da Zara e poi a Pignataro Maggiore da Magliocca. La visita dell’ex sottosegretario, però, diede una boccata d’aria al primo cittadino pignatarese, ma portò male al suo collega casapennese. Dopo una decina di giorni, il consiglio comunale venne sciolto per le dimissioni di tredici consiglieri su sedici (stipulando un atto pubblico sottoscritto presso uno studio notarile di Casal di Principe senza indicare una motivazione). Zara, eletto con un plebiscito e senza avere nessun avversario, venne mandato a casa dopo pochi mesi dall’elezione. Tra coloro che firmarono le dimissioni, c’era anche Fortunato Zagaria che, ovviamente, si ripresentò come candidato sindaco alle successive elezioni del giugno 2009. Il guanto della sfida gli venne lanciato dallo stesso Mantovano che, colpito dallo scioglimento a pochi giorni dalla sua visita, provocatoriamente annunciò di volersi candidare nel comune dei Mazzoni, ma nessuno raccolse il suo invito e l’ex primo cittadino Fortunato (si direbbe, di nome e di fatto) ritornò al timone.
Le affinità dei politici casapennesi con quelli pignataresi non si esaurisce nel