PIGNATARO MAGGIORE – Ha suscitato grande attenzione e numerosi commenti nell’opinione pubblica locale quella che viene interpretata come una grande fuga dell’assessore Vincenzo Romagnuolo dagli scenari in cui possono essere evocati i fantasmi del “caso Felicità” e dei rapporti dell’ormai famosa associazione culturale con “Apeiron”, la cooperativa sociale a cui sono stati affidati beni confiscati alla camorra a Pignataro Maggiore, famigerato paese tristemente conosciuto quale “Svizzera dei clan”. Tutti, infatti, si sarebbero aspettati la partecipazione dell’appena citato assessore – titolare della delicatissima delega ai beni confiscati alla camorra – alla conferenza stampa in diretta Facebook organizzata da “Apeiron” in data 17 febbraio 2021 per la “presentazione del progetto Social HUB che mira a costruire un Social Hub, un incubatore di imprese, che coniughi la formazione e l’accompagnamento dei gestori dei beni confiscati”; ma Vincenzo Romagnuolo non si è visto e al suo posto ha rappresentato la traballante Amministrazione comunale l’assessora all’istruzione e alla cultura, Lia Adduce, ribattezzata per questo dai buontemponi pignataresi “la kamikaze”.
In questo scenario – mentre si attendono le decisioni della prefettura e della magistratura sul “caso Lubrano-Felicità” – l’assenza dell’assessore ai beni confiscati alla suddetta conferenza stampa di “Apeiron” non poteva che far accendere i riflettori della stampa locale e dei cittadini, ivi compresi naturalmente i soliti buontemponi. Comunque sia, gli spauriti e “felicissimi” amministratori comunali (Vincenzo Romagnuolo e tutti gli altri) hanno trovato un temerario che li sostituisse: l’assessora Lia Adduce, la “kamikaze” dei beni confiscati alla camorra.
Rosa Parchi