PIGNATARO MAGGIORE – Ora che il traballante sindaco uscente Giorgio Magliocca ha indicato l’assessore Vincenzo Romagnuolo quale candidato dei magliocchiani alla carica di primo cittadino in vista delle elezioni amministrative di quest’anno, i buontemponi della piazza si chiedono se l’arrabbiatissimo presidente del Consiglio comunale Cesare Cuccaro sparerà – politicamente parlando – “a tritolo” o “a pane e mortadella” contro i suoi colleghi della maggioranza. Il colpo è stato tremendo per Cesare Cuccaro (e per i suoi seguaci, noti come “cesaristi”), una randellata di quelle che non si dimenticano mai, nei secoli dei secoli. Perché il presidente del Consiglio comunale ci stava pensando sul serio a fare il candidato a sindaco dei magliocchiani, dopo che Giorgio Magliocca era stato costretto ad annunciare che non si ripresenterà alla guida della lista “Ricoloriamo Pignataro”, travolto dal “caso Lubrano-Felicità”, l’accordo di partenariato per manifestazioni anti-camorra tra il sindaco e il “Gruppo sociale La Felicità”, l’associazione culturale i cui componenti sono tutti – nessuno escluso – o amici o parenti della famiglia Lubrano, quella del defunto capomafia Vincenzo Lubrano, condannato all’ergastolo per l’omicidio Imposimato. Una “felicissima” idea, quella di Giorgio Magliocca, che fa il paio con i due protocolli d’intesa firmati da “Apeiron” (la cooperativa sociale a cui sono stati affidati beni confiscati ai clan mafiosi) con la stessa lubranesca associazione culturale “Gruppo sociale La Felicità” in materia di immigrazione.
Finora Cesare Cuccaro non ha detto una sola parola sul “caso Lubrano-Felicità” perché – si sa – il “tritolo” è pericoloso assai. Anzi, il presidente del Consiglio comunale è felicemente apparso il 31 dicembre 2020 alla destra di Vincenzo Romagnuolo in una fotografia pubblicata sulla pagina Facebook del capogruppo di maggioranza e assessore Lia Adduce, magliocchiana d’acciaio e pertanto romagnuoliana per forza, con altri soggetti di certo non “cesaristi” (Lorenzo Borrelli, già candidato non eletto di “Ricoloriamo Pignataro”, il vice-sindaco Antonio Palumbo e l’assessore Gerardo Del Vecchio). Così Cesare Cuccaro non andrà da nessuna parte, se non a casa; a meno che in questi giorni non stia pensando a innescare una devastante bomba atomica con cui polverizzare tutti (magliocchiani, anti-magliocchiani e anche i buon-tamponi) e finalmente aprirsi la strada da candidato a sindaco tra le macerie di Palazzo Scorpio, sede dell’Amministrazione comunale di Pignataro Maggiore.
Rosa Parchi