PIGNATARO MAGGIORE – Quando dell’inchiesta della Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere sull’autovelox si erano avute le prime notizie, vari anni fa, si era pensato di poterla inserire nelle vicende politico-giudiziarie “minori” rispetto a quelle cui siamo abituati a Pignataro Maggiore. Così non è, invece, perché uno degli
Non conosciamo le carte della vicenda dell’autovelox, quindi non sappiamo dire quali siano le prove a carico del vicesindaco Pier Nicola Palumbo. Le valuterà il Gup e deciderà se rinviarlo a giudizio, nel qual caso Pier Nicola Palumbo dovrà affrontare il processo, o proscioglierlo da ogni accusa fin dall’udienza preliminare. Va precisato che, intanto, è già maturata la prescrizione per il reato di falso ideologico; a meno che non voglia rinunciarvi affrontando pure quest’ultima imputazione e tentare di dimostrare in tutto e per tutto la propria innocenza.
In questi giorni, proprio perché tra gli imputati vi è pure il suo vicesindaco Pier Nicola Palumbo, il sindaco di Pignataro Maggiore Raimondo Cuccaro è in gravissima difficoltà, visto che è impegnato a decidere se l’Amministrazione comunale debba costituirsi (oppure no) parte civile nel procedimento penale. E’ un contesto in cui gioca un ruolo anche il fatto che Raimondo Cuccaro ha la fama – sicuramente non usurpata – di essere un personaggio al quale prudono le mani, giudiziariamente parlando. Se non vi fosse di mezzo Pier Nicola Palumbo, Raimondo Cuccaro avrebbe già convocato la Giunta comunale per far approvare la costituzione di parte civile e per cominciare un’altra battaglia in tribunale, fin dall’udienza preliminare.
Le due strade che ha adesso Raimondo Cuccaro di fronte sono entrambe molto scivolose e politicamente rischiose. Se decidesse di non costituirsi parte civile, potrebbe essere accusato di fare due pesi e due misure: arcigno nel caso in cui sono sotto accusa i suoi avversari politici e, al contrario, pronto ad un amichevole sconto quando imputato è il vicesindaco, assessore, capogruppo, segretario Pd Pier Nicola Palumbo. Se Raimondo Cuccaro decidesse per la costituzione di parte civile – ipotesi molto difficile, al momento in cui scriviamo –, si aprirebbe una partita dagli sviluppi imprevedibili, visto che Pier Nicola Palumbo non potrebbe più restare sulle poltrone che occupa, dovrebbe dimettersi senza indugio per un’ovvia questione di sensibilità e di opportunità politica. Pier Nicola Palumbo non potrebbe di certo presentarsi all’udienza preliminare del 7 ottobre 2014 da capogruppo, assessore, vicesindaco e segretario di sezione del Pd avendo contro tra le parti civili l’Amministrazione comunale.
Vedremo, cari lettori. Vedremo soprattutto se – come si augurano i sempre più divertiti buontemponi di Piazza Umberto I – a qualcuno degli oppositori anti-Cuccaro verrà in testa di costituirsi parte civile con azione popolare, in vece dell’Ente Comune di Pignataro Maggiore rimasto eventualmente inerte, contro i 13 imputati, ovviamente con la volontà di mettere in conflitto davanti al Gup l’Amministrazione comunale e il vicesindaco imputato Pier Nicola Palumbo.
Rosa Parchi