PIGNATARO MAGGIORE – Se si decide di militarizzare le Istituzioni con la massiccia (e inutile) presenza di poliziotti e carabinieri – e invece sarebbero stati più che sufficienti i soli vigili urbani di Pignataro Maggiore per regolare il traffico – si finisce sempre per dover tracciare un bilancio all’insegna del disagio, della preoccupazione e della indignazione. È avvenuto così anche il 14 marzo 2014, quando alla riunione del Consiglio comunale indetto senza mettere all’ordine del giorno la contestatissima Tares si sono presentati in gran numero commercianti e imprenditori, i giovani del centro sociale “Tempo rosso” e semplici cittadini per chiedere la convocazione di una seduta “aperta” in cui discutere della insostenibile tassa.
Naturalmente la polizia, in uno Paese democratico, non deve prendere a calci nessuno, nemmeno i giovani di “Tempo rosso”. Ma con il signor Luca Viggiano ha completamente sbagliato bersaglio perché non si tratta di un “temporossista” bensì di un imprenditore molto conosciuto in città quale vittima della camorra, la cui pizzeria nella centralissima via Vittorio Veneto fu data alle fiamme dai clan. La vicenda di Luca Viggiano è ampiamente raccontata nelle carte dell’inchiesta della Direzione distrettuale antimafia denominata “Operazione Caleno”, pubblici ministeri dottor Giovanni Conzo e dottoressa Liana Esposito, valorosi magistrati.
Come è noto, poi a tutti è stato consentito di entrare nell’aula consiliare e finalmente si è deciso di convocare per il 20 marzo 2014, alle ore 17, nella sala della scuola di Monteoliveto, una seduta aperta del Consiglio comunale sul tema della Tares. Per quell’occasione sarà il caso di non ripetere l’assurda militarizzazione delle Istituzioni, peraltro con poliziotti che non conoscono né i giovani di “Tempo rosso”, né i consiglieri comunali (bloccato infatti dagli agenti pure qualche consigliere) né i commercianti e gli imprenditori vittime della camorra.
Intanto, per sdrammatizzare, i soliti buontemponi di piazza Umberto I hanno invitato il signor Luca Viggiano a mettere nel menù della sua pizzeria anche una “pizza Tempo Rosso”, tra i cui ingredienti dovrebbero essere compresi dei cetriolini che possano alla meglio imitare i polizieschi manganelli. Sempre i suddetti buontemponi hanno messo in giro la voce (assolutamente infondata, essendo il signor Luca Viggiano profondamente rispettoso delle Istituzioni, ivi compresa – calci a parte – la Polizia di Stato) che, quando un cliente chiede se è possibile avere una pizza velocemente, la risposta positiva sarebbe la seguente: “Celere”.
Rosa Parchi