Numerosi e sintomatici i consensi per il manifesto del Pdl e del suo movimento giovanile “Giovane Italia” affisso per le strade della città e ripreso da diversi utenti di Facebook per dare man forte all’ex sindaco di Pignataro Maggiore, Giorgio Magliocca, e per chiedere le dimissioni dell’attuale sindaco Raimondo Cuccaro, quest’ultimo definito un “usurpatore”. Tra le adesioni, spiccano anche quelle di due giovani che portano cognomi molto impegnativi.
Il primo dei due a scendere in campo, pubblicando in data 9 marzo 2012 sulla sua bacheca Facebook il manifesto firmato da Pdl e “Giovane Italia”, è stato Vincenzo Lubrano, figlio del defunto boss mafioso Lello Lubrano, ucciso in un agguato il 14 novembre 2002. Vincenzo Lubrano non ha “semplicemente” ripreso il citato manifesto, ma ha rincarato la dose aggiungendo una sua considerazione molto esplicita e a caratteri maiuscoli: “
Molto attiva nelle ultime settimane Maria Pia Ligato, anche sulla bacheca Facebook di Giulia Parisi. In data 22 febbraio 2012 Giulia Parisi ha ripreso sulla sua bacheca un articolo pubblicato dal quotidiano “Il Giornale”, con riferimenti evidentemente ispirati da Giorgio Magliocca e contenenti accuse allo scrittore Roberto Saviano e al Sostituto commissario Felice Di Lauro. Dopo pochi minuti è arrivato un commento di Maria Pia Ligato, con particolare attenzione per Roberto Saviano: “Premettendo che non sono dalla parte di nessuno, ma parlo per esperienza personale .!!!!! dico solo che E facile per tutti accusare e poi chiedere scusa…. Fanno ridere.. accusare in qst modo e’ da gente ignorante che parla solo per avere fama fama e soldi perché non riescono ad averla parlando di se stessi…
Punto!”. E il messaggio della figlia di Pietro Ligato ha ottenuto subito un “Mi piace”, quello di Giulia Parisi. Alla futura cognata di Giorgio Magliocca piacciono le esternazioni della figlia del camorrista Pietro Ligato.
A noi, lo diciamo con chiarezza, non piacciono per niente le esternazioni di Maria Pia Ligato, soprattutto quella pubblicata sulla sua bacheca Facebook il 29 febbraio 2012: “e come dice mio nonno….. siiiiii na panz e viermn !!!!”. Pensiero mutuato appunto dal nonno (si può immaginare quello più noto, il capoclan ergastolano e pluriomicida Raffaele Ligato), che ha ottenuto i “Mi piace” – oltre che di alcuni tifosi, i quali a nostro avviso andrebbero pure essi identificati dalla polizia giudiziaria – di Vincenzo Lubrano e della sedicente “Indjana” Ligato (in realtà Maria Ligato, figlia di Raffaele Ligato). Si tratta di un messaggio agghiacciante e minaccioso perché il pizzaiolo che – secondo la diffamazione operata da Maria Pia Ligato – “avvelena con le sue pizze, è un chiattone che deve schiattare, ha una pancia di vermi” – è una descrizione (per la stazza fisica) del signor Luca Viggiano, titolare di una pizzeria in via Vittorio Veneto, a Pignataro Maggiore, vittima di estorsione e di un incendio doloso proprio ad opera del clan Lubrano-Ligato, come è emerso nella citata “Operazione caleno”. E’ una vergogna che i figli dei mafiosi possano insultare e minacciare su Facebook una persona facilmente identificabile in una vittima di estorsione e di un attentato, atti criminali messi in atto da loro parenti stretti. Una sortita, quella contro il signor Luca Viggiano – il quale non si è costituito parte civile nel processo contro il clan Lubrano-Ligato, ma è comunque parte offesa ed è un testimone-chiave nel processo in corso al Tribunale di Santa Maria Capua Vetere -, che non è avvenuta a caso. Vogliono intimidirlo. In data 15 marzo 2012, infatti, Luca Viggiano è stato convocato come testimone (insieme con altre vittime di estorsioni perpetrate dal clan Lubrano-Ligato) al processo, anche se poi l’udienza (in aula il Pm della DDA dott.ssa Liana Esposito) non si è tenuta per lo sciopero degli avvocati. Luca Viggiano e gli altri testimoni erano presenti in aula, ma c’era pure una massiccia presenza dei familiari degli imputati, annunciati con largo anticipo – con il loro potere intimidatorio – dai messaggi su Facebook. Comunque, questi soggetti, rispettivamente nel proprio diverso ambito, i Magliocca e i Parisi, da un lato, e i Lubrano e i Ligato dall’altra, non riusciranno a mettere a tacere i giornalisti con la schiena dritta. Si apprende, sul tema, che in data 15 marzo 2012, subito dopo aver annotato la data della nuova udienza del processo nato dall’“Operazione caleno”, rinviato al 25 giugno 2012, ore 10 (lo diciamo per i cittadini pignataresi che volessero assistere al dibattimento), il giornalista Enzo Palmesano si è immediatamente recato alla Questura di Caserta per denunciare le manovre in atto ai danni dei giornalisti e, soprattutto, delle vittime delle estorsioni della cosca Lubrano-Ligato.
Rosa Parchi