In data 26 settembre 2009, con un articolo recante il titolo “Archiviato l’ennesimo procedimento per diffamazione a mezzo stampa”, l’editore della testata giornalistica online www.comunedipignataro.it dava anche la notizia che nei confronti del querelante, il giornalista Enzo Palmesano, era stata avanzata una richiesta di danni. Scriveva tra l’altro il magliocchiano di ferro Pietro Ricciardi: “Oltre alla normale azione risarcitoria, già avviata dai difensori dei siti finotti.info e comunedipignataro.it nei confronti del Palmesano, agli stessi è stato dato mandato di verificare l’eventuale sussistenza di estremi di calunnia”.
Da allora Pietro Ricciardi (con il suo capo Giorgio Magliocca) non ha dato ulteriori notizie sulla richiesta di danni, cosa strana tanto più che non si trattava di bruscolini. Il giornalista pubblicista Giulio
Insomma, una batosta per Giulio Finotti che – professandosi giornalista naturalmente “per la legalità” e ovviamente “anticamorra” – circa cinque anni fa scoprì l’esistenza di Pignataro Maggiore venendo ad intervistare un grande campione delle battaglie anticlan, l’ex sindaco Giorgio Magliocca, quest’ultimo poi arrestato l’11 marzo 2011 con le accuse di concorso esterno in associazione mafiosa e omissione di atti d’ufficio con l’aggravante camorristica. Quell’intervista fu l’occasione offerta da Giulio Finotti a Giorgio Magliocca – senza contraddittorio – per attaccare a testa bassa i giornalisti (tra cui, appunto, Enzo Palmesano) che lanciavano all’ex sindaco di Pignataro Maggiore proprio quelle accuse ritenute fondate dalla magistratura e quindi all’origine dell’arresto.
Nel citato articolo del 26 settembre 2009, Pietro Ricciardi parlava di un’azione risarcitoria avanzata non solo da Finotti (e abbiamo appena detto come è andata a finire) ma anche da parte di comunedipignataro.it (cioè ad opera dello stesso Ricciardi). Non si hanno notizie della (pare) solo annunciata richiesta di danni di Pietro Ricciardi. Evidentemente, Ricciardi ha mandato avanti Finotti per sondare il terreno e, vista la mala parata, ha pensato bene di non tentare manovre avventate. Ricciardi se faceva causa, per gli stessi motivi di Finotti, la perdeva pure lui.
Non resta che segnalare il dispiacere del giornalista Enzo Palmesano per l’ulteriore intasamento degli uffici giudiziari per effetto della pretesa di Finotti. Pur di evitare simili intasamenti, Palmesano avrebbe ben volentieri pagato i richiesti duecentomila euro a beneficio di Giulio Finotti, se solo avesse potuto usufruire – come altri concittadini pignataresi – delle tangenti delle centrali, della monnezza, degli appalti e delle collusioni con la camorra. Non potendo usufruire di tali tangenti, Palmesano non può pagare le richieste di danni ed è quindi costretto a difendersi in Tribunale. Vincendo, per fortuna.
Rosa Parchi