Il Comune di Pignataro Maggiore si costituirà parte civile nel processo “Discarica d’Oro” che inizierà venerdì prossimo (20 gennaio 2012) e che vede imputati l’ex primo cittadino, Giorgio Magliocca, il responsabile dell’Ufficio tecnico comunale, Girolamo Parente, l’amministratore unico della Geos Environment, Guido Costanzo, e i responsabili tecnici della stessa società, Antonio Marotta e Giovanni Petrillo. La Giunta comunale, con delibera numero 14 del 17-01-2012, ha conferito l’incarico all’avvocato Antonio Veltre (con studio a Camigliano), il quale dovrà rappresentare gli interessi dell’Ente davanti al giudice monocratico del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, dottor Francesco Ciocia. Gli imputati sono accusati a vario titolo di falso ideologico commesso dal pubblico ufficiale in atti pubblici (art. 479), con l’aggravante del concorso formale (art.81 c.p.) e del concorso nello stesso reato con altri (art.110 c.p.), truffa con l’aggravante di aver ingenerato l’erroneo convincimento di dovere eseguire un ordine dell’Autorità (art. 640 comma 2), e violazione dei comma 3 e 4 del Decreto legislativo numero 152 del 3 aprile 2006 in materia ambientale. Reati commessi nell’ambito dell’allestimento di un sito di stoccaggio per i rifiuti in località “Vicinale Pezzatavolella” (alle spalle della stazione ferroviaria di Pignataro Maggiore).
La controversa questione della discarica iniziò nel febbraio del 2008,
Lo stesso sito di trasferenza non avrebbe nemmeno rispettato il progetto redatto dall’Ufficio tecnico comunale, nonostante l’ingegnere Parente avesse poi prodotto il certificato di ultimazione dei lavori e il certificato di regolare esecuzione senza variazioni del sito di stoccaggio (compresi quelli di collaudo). Seppur in presenza di palesi difformità, l’ex sindaco Magliocca, con una ordinanza emessa il primo aprile del 2008, attestò l’ultimazione e la regolare esecuzione dei lavori. Inoltre, Parente e Guido Costanzo, nel redigere i certificati, avrebbero tratto in errore il responsabile dei servizi finanziari del Comune. La Geos Environment, difatti, per l’allestimento del sito di trasferenza, incassò 84.810 euro a fronte di un lavoro che al massimo sarebbe dovuto costare appena 11.381, 70 euro (come riportato nella relazione tecnica realizzata in fase di indagine), con una strana plusvalenza di 73428, 3 euro.