Ha avuto inizio con il taglio del nastro e la benedizione del parroco don
Il primo cittadino di Pignataro Maggiore ha sottolineato l’importanza del momento: “Questo è un bene che oggi appartiene realmente al popolo di Pignataro Maggiore. Abbiamo voluto intitolare questo polo civico a Franco Imposimato perché è stato una delle vittime innocenti della camorra pignatarese. Per me, inoltre, è motivo di grossa soddisfazione, visto che all’epoca ho vissuto con tremenda partecipazione emotiva la sua uccisione. Ricordo con commozione quello che è accaduto il giorno dell’omicidio, quando insegnavo proprio a Maddaloni, in una scuola che si trova a poca distanza dal luogo del fatto. Andai anche ai funerali come rappresentante del Comune quando ero assessore. Proprio perché l’omicidio è stato commissionato dai clan di questa terra, penso che noi abbiamo un debito con i suoi parenti. Un debito che è stato in parte pagato dall’Arma dei carabinieri, la quale ha fatto pulizia sgominando le cosche criminali che tenevano in pugno questo paese e la sua economia. Se, però, vogliamo bloccare definitivamente questo fenomeno mafioso, dobbiamo avere il coraggio di denunciare chiaramente questa sopraffazione e credo che con l’inaugurazione di questo stabile abbiamo fatto un primo passo: ha vinto lo Stato e la legalità sulla sopraffazione”.
L’intervento di Cuccaro è stato seguito da quello del rappresentante del Comando provinciale dell’Arma, il
La fascia tricolore ha ringraziato anche il giornalista Enzo Palmesano per le pressioni fatte sull’amministrazione comunale affinché il riutilizzo del bene avvenisse in tempi brevi. L’ex direttore de”Il Roma”, chiamato a intervenire, ha detto: “Dobbiamo ricordare tutte le vittime di mafia ammazzate dai clan Nuvoletta, Lubrano, Ligato e Abbate. Bisogna tenere viva la memoria di gente come il giornalista Giancarlo Siani, il cui omicidio fu deciso anche dal defunto Gaetano Lubrano, e come il carabiniere Salvatore Nuvoletta, ucciso da Ligato e Abbate. Organizziamo qualcosa anche per queste due vittime. Dobbiamo attaccare i mafiosi del nostro paese, quelli che ancora controllano Pignataro. Qui, infatti, dove la camorra non è soltanto violenza e pressione delinquenziale, ma anche sentimento culturale e consenso sociale, la malavita organizzata crea un sentimento ostile alla lotta alla camorra”.Sul capitolo beni confiscati, Palmesano ha aggiunto: ”I beni confiscati non li possono gestire le cooperative, ma devono essere occupati dallo Stato. Spero che questo sia un momento storico per Pignataro Maggiore, poiché queste strutture fino a pochi mesi fa venivano utilizzate per attività illecite. Oggi qualcosa comincia a cambiare”. In ultimo una delegazione della Cgil ha ricordato la figura di Franco Imposimato. La mattinata si è conclusa con il rituale brindisi nella nuova sala polifunzionale.